Italiani e stranieri nel nostro campionato. Affronta l'argomento il Giornale di oggi: «Le nostre squadre di calcio stanno perdendo bandiere e connotati grazie ai nostri presidenti per i quali il calcio è quello del latte e suoi derivati. Un dato per riflettere: domenica scorsa tra Fiorentina, Napoli, Inter, Roma e Lazio (le squadre che per ora dimostrano di essere più attrezzate delle altre) c’erano appena dieci giocatori italiani in campo dal primo minuto. Vai con la lista: Astori, Bernardeschi, Insigne, Santon, De Rossi, Florenzi, Marchetti, Parolo, Cataldi. Tutto qui. Strategia, potremmo azzardare, vincente. Nel senso che quelle squadre vincono di più. Ma la logica perversa dell’italiano scarso e dello straniero molto meglio (magari africano che costa pure meno degli altri) ci sta portando negli inferi della Fifa. Occupiamo la diciassettesima piazza che porta pure male. Nella serie A delle troppe lingue che non sono l’italiano comanda l’anarchia (vedi Inter) e così il nostro ct non sa più che pesci prendere. Risultato? Una volta contro Malta ci giocavano le riserve e bisognava usare il pallottoliere. Ora per strappare l’uno a zero tocca fare i giochi di prestigio».
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Giornale: «Troppi stranieri in A. All’Inter comanda l’anarchia linguistica»
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