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Guerra in Ucraina, De Zerbi: “Svegliato dai bombardamenti. Non potevo andar via”

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L'allenatore italiano allena lo Shakhtar ed ha preferito rimanere a Kiev: "Da uomo di sport non potevo girare le spalle alla squadra"

Eva A. Provenzano

La Russia ha iniziato a bombardare l'Ucraina. A Kiev la gente, terrorizzata dall'attacco, sta cercando rifugio nelle metropolitane. A loro è stato suggerito di restare in casa, al sicuro. Tra chi si trova in città c'è anche l'allenatore dello Shakhtar, De Zerbi. Lui e il suo staff di otto connazionali. Erano rientrati da poco nel Paese perché nel fine settimana sarebbe dovuto ricominciare il campionato, che oggi è stato sospeso dalla federazione.

L'allenatore ha rilasciato alcune dichiarazioni che raccontano il momento che sta vivendo. «Me ne sto in camera, è una brutta giornata. Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato. Però non mi sono mosso, perché io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff... potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, no, abbiamo aspettato, stanotte ci hanno svegliato le esplosioni. L'Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene così e alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui». 

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