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Ibrahimovic: “Dopo l’Inter, tanta tristezza al Barça. Ho dubitato di me solo quando…”

In un'intervista concessa a Vanity Fair, lo svedese ha parlato di futuro e della sua parentesi al Barça dopo aver lasciato il club nerazzurro

Eva A. Provenzano

Zlatan Ibrahimovic, in un'intervista concessa a Vanity Fair, ha parlato del suo nuovo libro, del suo futuro e anche di una parentesi triste della sua vita. «Il perché di un altro libro? Questo racconta venti anni della mia carriera e credo ci siano tante pagine da non dimenticare. Tanti giocatori hanno giocato in un solo club, io invece ho avuto la fortuna di giocare nei migliori club al mondo e sono riuscito a fare bene ovunque. A Barcellona non andò bene? Io la vedo in maniera diversa. I primi sei mesi sono andati molto bene e poi le cose sono peggiorate. Nel libro lo racconto bene: Guardiola aveva un problema con me solo che non voleva affrontarlo e io non riuscivo più ad essere me stesso, con il suo atteggiamento mi ha fatto dubitare di me, delle mie capacità. Certo in termini calcistici poteva andare meglio ma ho imparato molto e imparare è il senso della vita».

-Quando l'addio? 

Voglio finire la mia carriera come voglio io e non per infortunio. Come e quando lo decido io. 

-Il ritorno al Milan?

C'è interesse, però starei bene anche un altro anno ai Los Angeles Galaxy. Il Milan mi piace e non è un segreto, ci ho passato due anni e sono stati belli, non avrei voluto andarmene ma mi hanno forzato ad andare a Parigi. In rossonero ho vinto, sono stato capocannoniere, c'era un'atmosfera fantastica e c'era la vecchia guardia. Con loro ho avuto la fortuna di giocare e vincere e so cosa significa vincere in Italia, vincere tutto e ci sono riuscito con i tre più grandi club del Paese, la Juve (i due scudetti revocati nel 2006.ndr) , il Milan e l'Inter. Al Milan mi hanno trattato bene, arrivavo da Barcellona dove avevo vissuto la tristezza e a Milano mi hanno restituito il sorriso. 

-Quindi al Milan ci va? 

Non dico né no né sì. Vediamo. 

-Con Gattuso che rapporto ha? 

E' stato un grande giocatore ed è un grande allenatore. Vedo che tutti i suoi calciatori gli vogliono bene e quando vinci insieme a persone così è meraviglioso, bei tempi. 

(Fonte: Vanity Fair)