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Il Bari e il rito della scatola di scarpe piena di soldi

Spogliatoio del Bari 2009-2010, epicentro del nuovo terremoto del calcioscommesse, avveniva di tutto. Persino questo: «I soldi delle partite vendute venivano messi in una scatola di scarpe dentro lo spogliatoio; poi la scatola prima di essere...

Lorenzo Roca

Spogliatoio del Bari 2009-2010, epicentro del nuovo terremoto del calcioscommesse, avveniva di tutto. Persinoquesto: «I soldi delle partite vendute venivano messi in una scatola di scarpe dentro lo spogliatoio; poi la scatola prima diessere aperta per la spartizione, veniva baciata dai calciatori». A raccontarlo agli investigatori è uno dei pochi calciatori che sino ad oggi ha accettato di confessare. Era una sorta di rito, motivato un po’ dall’entusiasmo per quei soldi finalmente liquidi e veri che entravano nelle tasche (il Bari era parecchio tempo che non pagava gli stipendi) e un po’ dalla necessità di fare gruppo. «La storia della scatole da scarpe», il suo potenziale suggestivo è tale che ha fatto il giro d’Italia e tutti, tra investigatori, avvocati e gli stessi calciatori indagati, la raccontano allo stesso modo: i soldi della combineSalernitana-Bari 3-2 il giorno dopo la partita vennero rovesciati in una scatola di scarpe, di quelle marroni, di cartone, come milioni di altre. I calciatori si sono disposti come in un cerchio e prima che i senatori dessero a ciascuno la propria parte, uno alla volta, come se si trattasse di un oggetto sacro, o dell’anello di qualche boss in un film di mafia, i giocatori se la sono passata baciandola. Un aspetto «rituale» che ha colpito molto gli inquirenti già stupiti da come i calciatori abbiano utilizzato con disinvoltura anche molti altri elementi tipici del codice malavitoso.