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IlGiornale – 33mln da scucire in estate, Thohir spera di far cassa con le cessioni…

Non è così certo che Erick Thohir sia preoccupato, vorrebbe dire che ha fatto male i conti o si è scoperto ottimista, ipotesi non da lui. Sarà a Milano a breve, sicuramente per il derby, intanto sta tamponando le casse sociali con un prestito...

Francesco Parrone

Non è così certo che Erick Thohir sia preoccupato, vorrebbe dire che ha fatto male i conti o si è scoperto ottimista, ipotesi non da lui. Sarà a Milano a breve, sicuramente per il derby, intanto sta tamponando le casse sociali con un prestito di circa 50 milioni, soldi suoi che presta all’Inter, pare di aver capito. Non c’è una lira ma bisogna mangiare tutti i giorni, è un momento di grande creatività societaria, con 33,5 milioni sicuri da scucire a giugno per pagare gli obblighi di riscatto di Shaqiri (11 mln), Brozovic (9), Santon (4,5) e Dodò (9). Questi sono soldi che devono rientrare da un’altra parte, indipendentemente dal piazzamento in campionato e ipotetico ingresso in Europa league. L’Inter ha in giro una quarantina di giocatori circa, qualcuno può far cassa subito come Ricky Alvarez al Sunderland con obbligo di riscatto a 11 mln in caso di salvezza. Attualmente è 17Ëš con 26 punti, uno in più del Burnley, il Qpr a 22 e il Leicester a 19. I fan nerazzurri dovrebbero fare il tifo per i Black Cats, strisce biancorosse. 

Identico discorso per Ibrahima Mbaye al Bologna in prestito ma con obbligo di riscatto in caso di promozione, altri 4 mln. Federico Bonazzoli alla Sampdoria da giugno porta altri 7 mln. Sono 22 mln circa, ne mancano una decina e in teoria ci sono Longo, Crisetig, Benassi, Bianchetti, Krhin, Schelotto, Botta, Di Gennaro, Garritano e Laxalt con mercato, assieme valgono almeno il disavanzo ma non significa che partiranno tutti definitivamente, qualcuno potrebbe rientrare in qualche scambio, su Samuele Longo c’è in progetto di farne il vice di Icardi, il centravanti che Mancini non vuole assolutamente perdere. Ma per trattenere Maurito occorre sfrondare, tagliare, inoltre serve qualcosa in più da aggiungere alla rosa e queste sono le strategie per arrivarci.

Il primo nome in lista partenti è Samir Handanovic, se si apre un’asta anche 15 mln per il suo cartellino. L’Inter ha in programma di riportare Bardi in sede come secondo e poi mettere in porta per la prossima stagione uno fra Reina o Romero, entrambi in scadenza e quindi a costo zero. I rapporti con Mino Raiola, procuratore dell’argentino, sono buoni, ci sarebbe già stato un primo contatto, è più che una eventualità. Il secondo indiziato è Mateo Kovacic, nonostante le dichiarazioni rassicuranti del suo procuratore Nikki Vuksan. Con Mancini è sembrato di capire che non sia idillio («ma riprendi solo me?»), il croato è chiuso, non ha un ruolo, è a tutti gli effetti una riserva. Il suo cartellino vale almeno 20 mln, se si aprisse un’asta può volare a trenta, ma dovrebbe avere più visibilità e giocare con più continuità in queste rimanenti dieci partite. Hernanes si è deprezzato, futuro incerto. C’è poi un gruppo di giocatori che in caso di offerta si tratta: Juan Jesus (3mln), Nagatomo (2), Andreolli (1), Donkor (3) e Kuzmanovic (1,5). Jonathan, Carrizo e Campagnaro lasciano in scadenza, Podolski torna al mittente, Vidic che ha un biennale verrà liberato con una buona uscita che potrebbe essere di 1,5 mln ma con un risparmio sull’ingaggio di 3,5.

Sono cifre che non fanno scalpore ma ormai si lavora su piccoli numeri, la tournèe già programmata di luglio in Cina porterà circa tre milioni di dollari. Ci sono poi le entrate dai diritti tv, botteghino e merchandising, 168,8 mln nel 2014, attualmente 13 mln dalla Pirelli, 200 mln dalla Nike spalmati in undici anni. E circa 70 milioni di monte ingaggi. Il progetto è far entrare il club fra i primi dieci del mondo, non c’è una data, o meglio c’era ma pare slittata, aperto il discorso stadio. Il brand ha ricevuto uno scossone dopo le recenti eliminazioni, ora serve tutta l’abilità del tycoon e dei suoi manager anglosassoni che non devono dimenticare che la ricchezza di un club la fanno i risultati.