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ilGiornale – Mazzarri senza rigori dopo 32 giornate, Herrera e Mou attesero di più…

Una classe arbitrale di serie B dirige un campionato di serie A. L’indipendenza dell’Aia in Federcalcio inizia a vacillare. Nel mirino non ci sono Gervasoni e fratelli ma la loro gestione da parte di Nicchi e Braschi, lamentarsi non è più...

Francesco Parrone

Una classe arbitrale di serie B dirige un campionato di serie A. L’indipendenza dell’Aia in Federcalcio inizia a vacillare. Nel mirino non ci sono Gervasoni e fratelli ma la loro gestione da parte di Nicchi e Braschi, lamentarsi non è più visto solo come una moda annoiante di chi perde. Ma il punto è proprio questo: indignarsi davanti al tv color per un rigore, dopo aver visto replay e moviole, è come guidare una F1 alla playstation. Magari Gervasoni resta ugualmente un direttore di gara mediocre, ma lui la moviola non ce l’ha, Massimo Moratti ieri mattina, col sorriso, ha detto la cosa più ovvia e sacrosanta: «Con noi il rigore deve essere lampante, altrimenti diventa un problema». Heurtaux colpisce col braccio, forse è un movimento naturale, forse è una furbata, o addirittura non è lui a colpire il pallone ma viceversa, magari l’assistente di porta è impallato, magari il guardalinee di destra pure, Gervasoni è lì, non riceve suggerimenti e decide. Dategli una mano, gli sarà più difficile restare un mediocre. Tecnologia in campo? Non l’abbiamo detto. Meno arroganza e supponenza?

Lo dici a mo da una vita. L’ex arbitro Cesari, ora commentatore tv, ha detto che il rigore ci poteva stare, Widmar ha detto che per lui non era rigore, Allan ha fatto sapere che c’era un rigore per l’Udinese, Mazzarri ha preso a morsi una bottiglietta di minerale. Però l’Inter non può far ruotare tutto attorno a questo, anche se dopo 32 giornate è a zero nella patetica classifica dei rigori ricevuti, come Osasuna, Liga spagnola, Cardiff, Premier league, e Ajaccio, Ligue 1 francese. E anche se un calcolo abbastanza bizzarro sui 14 rigori reclamati e non concessi, alzarebbe di 14 punti la sua classifica, sempre che una volta calciati fossero andati a segno, naturalmente.  Sull’argomento anche Mazzarri ha avuto una interessante intuizione: «Possibile che in tutte le situazioni dubbie non venga mai presa una soluzione a nostro favore?». È una riflessione più che una domanda, e apre a scenari scomodi. Intanto la squadra ha fornito una prestazione talmente deludente che gli ultimi dieci, quindici minuti non possono cancellare. Quando sette undicesimi non girano, è difficile vincere o addirittura far divertire la gente, esclusi Handanovic e i tre centrali di difesa, il resto è stato di una pochezza imbarazzante, giudizi sui singoli già espressi nelle pagelle di ieri. Thohir è sceso cinque minuti nello spogliatoio a fine gara prima di tornarsene a letto mentre Mazzarri cercava delle attenuanti nella conferenza del dopo gara. Lui oggi si confermerebbe? Probabilmente non è colpa sua se nessuno dei suoi giocatori è riuscito a saltare il diretto avversario giovedì sera, ma dall’inizio dell’anno solo il Bologna ha segnato meno reti dell’Inter. E qui forse c’entra il sistema di gioco che impera granitico davanti a qualunque calamità naturale o indotta.

La fortuna che gira dall’altra parte è testimoniata dai 17 pali, contro l’Atalanta l’Inter doveva stravincere, contro il Chievo è stato incredibilmente annullato un gol a Nagatomo, quindi non solo rigori. Ma Helenio Herrera attese 100 partite prima di vedersene assegnato uno, e fra il 2008 e il 2010 trascorsero ben 53 gare senza, erano le stagioni con Mancini e Mourinho in panchina, come quella di Herrera però furono vincenti. Il direttore tecnico Piero Ausilio ha detto che occorre aver fiducia, forse intendeva fede: «Mazzarri ottiene il meglio nella sua seconda stagione, a volte alla terza». Non è a rischio, portare all’Inter un nuovo tecnico significherebbe ritrovarsi con una nuova scopa che non ha scelto la rosa e si dichiarerebbe subito non responsabile del pregresso. Tutto daccapo, mentre Erick Thohir vuole l’Europa subito anche di serie B, e i nomi dei colpi si sprecano, Sagna, Morata, Chicharito Hernandez, Cerci, Widmar, Perin, Obi Mikel, Casemiro, Xhaka, Dzeko, Torres, tutti.

Intanto Kovacic fa sapere che non ha niente contro nessuno ma è avvilito, e Ranocchia non è solo nel mirino della Juve, c’è anche il Milan. Forse Thohir non si aspettava tutte queste complicazioni ma ci sta lavorando per risolverle in fretta, ieri incontro a quattro con Mazzarri, Ausilio e Fassone, ha parlato di tre anni ma spera molto di meno. Basta vedere la faccenda con un certo ottimismo, in fondo l’Inter non ha preso gol e ha mosso la classifica.