Anche ieri migliaia di manifestanti, soprattutto giovani, si sono radunati attorno allo stadio che ospitava Italia-Messico per protestare contro le spese del Mondiale di calcio. Spese faraoniche che, a loro dire, riempirebbero le tasche dei politici di soldi pubblici, il tutto a scapito di settori strategici per il futuro del Brasile, a cominciare da ospedali, scuole e infrastrutture.In molti in queste ore si chiedono chi siano questi manifestanti in un Paese che, a parte calcio e Carnevale, non è molto abituato a protestare. Accusati in un primo momento dai massmedia verdeoro di essere semplicemente dei «vandali», la composizione del movimento, ribattezzato «Rivoluzione 0.2» in relazione all’aumento del prezzo dei bus, è eterogenea. Insomma, i giovani che stanno usando la visibilità che solo un grande evento come il campionato del mondo di calcio può dare, non sarebbero i «vandali» o i «fascisti dell’élite» come vorrebbero far credere alcuni, ma semplicemente dei ragazzi di sinistra che si muovono in autobus tutti i giorni.Purtroppo anche ieri, proprio come sabato nella capitale Brasilia in occasione del debutto della Seleçao contro il Giappone, attorno allo stadio simbolo del calcio brasiliano ci sono state le cariche della truppa antisommossa della Polizia militare. Gliagenti hanno lanciato le ormai solite «bombe ad effetto morale», come qui chiamano i lacrimogeni dai tempi della dittatura. Nella manifestazione, che fino a quelmomento era stata pacifica, ci sono stati una decina di feriti, colpiti da proiettili di gomma, e cinque arresti.
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In Brasile esplode la protesta “Anti-Mondiali”. I protagonisti…
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