Senza dubbio inusuale la modalità con cui l'Inter sta scegliendo il suo futuro allenatore. Tornando indietro nel tempo, ma rimanendo sempre in casa nerazzurra, la Gazzetta dello Sport racconta un'altra procedura stravagante legata però all'acquisto di alcuni calciatori: "Negli anni Novanta, tanto per restare all’Inter, alcuni calciatori raccontarono, tra il serio e il faceto, come il presidente Ernesto Pellegrini fosse solito organizzare delle cene nella sua villa di San Siro per conoscere meglio un giocatore in procinto di firmare il contratto col club nerazzurro. A tavola, parlando del più e del meno, lady Ivana, cioè la padrona di casa, trovava sempre il modo di far scrivere una frase, la più innocente, all’esaminato di turno. La presidentessa, appassionata di grafologia, analizzava poi lo scritto in modo da delineare il carattere del candidato. Un identikit di tipo psicologico quale supporto alla scelta che il presidente andava a fare, insomma. All’epoca si disse che almeno il terzino Raffaele Sergio (Lazio) e il portiere Luigi Turci (Cremonese), fossero stati giudicati non idonei sul piano della personalità".
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