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Moses ed Eriksen per tappare le lacune dell’Inter. E Conte pensa a un nuovo sistema…

Con gli arrivi in casa Inter ci sono nuove possibilità per il tecnico nerazzurro che potrebbe cambiare qualcosa nel suo sistema di gioco

Andrea Della Sala

Presto Conte potrebbe avere nuove forze per l'Inter dal mercato. Dopo Young, oggi Moses sosterrà le visite mediche e in arrivo pare esserci anche Eriksen dal Tottenham. Il tecnico potrebbe anche cambiare lo schieramento utilizzato finora per la sua squadra:

"Gli allenatori ripetono che non contano i moduli, ma i principi. Quelli di Conte sono ben riconoscibili sotto il mutare delle forme, dal 4-2-4 di Bari, al 3-5-2 di Juve, Italia e Inter, passando per il 3-4-3 del Chelsea: intensità di gioco, pressione per un recupero veloce, aggressione dell’area con 4, meglio 5 uomini, centravantone boa. I cinque aggressori dell’Inter sono: le due punte, i due esterni e uno dei due interni (Barella) che si butta dentro. In realtà, questo 3-5-2 ha due lacune strutturali: la mancanza di un giocatore abile nell’uno contro uno e nella giocata spiazzante (un Dybala, per intenderci) ed esterni di scarso peso in attacco. Finora, il grande ritmo della squadra e l’alta produttività di Lukaku e Lautaro, hanno nascosto i limiti. Ma se, come a Lecce, l’intensità cala, l’avversario si dispone a specchio per imbrigliare e ingabbia le punte, ecco che l’Inter, come dice Conte, diventa «una squadra normale» e mostra tutta la sua prevedibilità", si legge su La Gazzetta dello Sport.

"La qualità sta arrivando, però: Eriksen e Moses dovrebbero raggiungere Young alla Pinetina. La domanda è: inserirli nell’impianto attuale o andare oltre il 3-5-2? Nella prima ipotesi Eriksen prenderebbe il posto di Sensi appoggiando la regia di Brozo, fermo restando il ruolo di incursore di Barella, con Moses e Young in fascia. Ma il ricordo di Londra e la parabola del Gasp, andato oltre il 3-5-2, potrebbero ispirare Conte. Antonio arrivò al Chelsea e cambiò pochissimo: mantenne la difesa a 4 e quasi tutti i titolari in un 4-1-4-1 che dava continuità, ma non emanava il suo calcio. Allora cambiò: difesa a 3, fuori due costruttori come Oscar e Willian, che ostacolavano pressing e ritmi alti, e 3-4-3, con Pedro e Hazard ai fianchi di Diego Costa e la furia di Moses (già…) e Alonso sulle fasce. Kantè e Matic in mezzo a dare peso e ordine. Antonio recuperava i suoi principi: pressione, intensità, aggressività offensiva. Sgasò con un filotto di 5 vittorie, ne fece 4 allo United di Mourinho, e andò a vincere un titolo entusiasmante", aggiunge il quotidiano.

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