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Inter, gioco armonioso ma in Champions manca la mira: da trovare convinzione

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Cosa succeda all'Inter tra le partite di serie A e quelle di Champions non è chiaro. La costante è il gioco, che rimane armonioso; varia invece la mira

Marco Astori

"Cosa succeda all'Inter tra le partite di serie A e quelle di Champions non è chiaro. La costante è il gioco, che rimane armonioso; varia invece la mira e così nascono i problemi". Apre così il focus del Corriere dello Sport sul poco cinismo dell'Inter di Simone Inzaghi in Champions League. Il quotidiano snocciola tutti i numeri e spiega le differenze tra il campionato e la competizione europea: "In campionato la squadra di Inzaghi è la seconda in assoluto come numero di conclusioni tentate (268), a sole 5 lunghezze di distanza dalla Roma (273), ma è nettamente la prima come tiri nello specchio: 100. Tanto per capire, la seconda in quest'ultima graduatoria è la Lazio con 83.

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I gol segnati dai nerazzurri, che hanno il miglior attacco del torneo, sono 39 e la loro percentuale realizzativa è appunto del 39%. Basta dare un'occhiata ad alcune reti in A, segnate dopo serie di 14 o 22 passaggi, perché salti all'occhio la differenza tra Italia ed Europa. In Champions l'Inter si è qualificata agli ottavi come seconda nel suo girone ma ha tirato di più rispetto ad altre formazioni che hanno vinto il loro raggruppamento. Gli uomini di Inzaghi in sei incontri hanno totalizzato 117 conclusioni verso la porta avversaria, più di Real (110), Manchester City (108), Liverpool (104), Ajax (103) e Bayern Monaco (97), ma hanno inquadrato lo specchio solo 37 volte ovvero una in meno dei bavaresi, 4 in meno del City, 5 in meno di Ajax e Real e 8 in meno dei Reds.

Handanovic e compagni nei 6 match del group stage hanno segnato 8 gol e hanno avuto una percentuale realizzativa del 21%. In pratica quasi la metà del campionato. E' chiaro che in Champions la qualità delle avversarie è maggiore e che spesso si arriva alla conclusione con più difficoltà. Inzaghi lo ha capito soprattutto contro il centrocampo del Real che, oltre a palleggiare da favola, ha schermato quasi ogni azione. Detto questo, la differenza è notevole e c'entrano anche convinzione e mentalità. I nerazzurri campioni d'Italia in A si sentono sicuri, mentre fuori dai confini nazionali, dove erano reduci da tre fallimenti di fila, devono ancora trovare autostima e convinzione", conclude il CorSport. 

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