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"Che Simone Inzaghi avesse un flirt continuativo con le coppe si era intuito da un pezzo, ma qui la posta in palio sembrava eccessivamente fuori portata. Invece la Beneamata, pur infilzata ingiustamente, ha annullato quella siderale distanza. C'è riuscita restando fedele al suo progetto. Senza disunirsi. Ribalda forse, ma anche tecnica e tenace. Una pastura di qualità che hanno sorpreso in positivo. La gente l'ha capito. Far sfigurare per buoni tratti questo City equivale ad una coppa sollevata. E, se queste sono le premesse, il futuro si preannuncia limpido. Perché la vision calcistica di Inzaghi si è sovente materializzata. Anche sabato sera, pure se non è bastato. Ora si tratta di renderla più continuativa, specie in campionato, giardino che quest'anno ha fatto sanguinare, al netto del terzo posto".
"Quel che resta in fondo alle pupille è il film limpido di un gruppo pronto costantemente ad aiutarsi. Con fiducia, forza di volontà e talento. E con gli errori che, inevitabili, restano disseminati lungo l'intricato cammino che conduce alla crescita. Ma stasera il passaggio mancato di Lautaro, il gol sbagliato da Lukaku, la traversa sfortunata di Dimarco e tutti gli altri trascurabili particolari che hanno determinato l'insuccesso, non sono un fallimento. Solo una scala più lunga verso la migliore versione di sé. Perché esistono tanti modi per perdere. Quello dell'Inter, stasera, è quanto di più vicino possibile ad una vittoria".
(Il Giornale)
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