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Inter, Mengozzi: “Stasera spero di uscire dal Meazza con poca voce perché…”

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Così lo speaker nerazzurro: "L’urlo della San Siro interista, lo sanno tutti, è il migliore. Appena urlo “Inter” prima di iniziare ad annunciare la formazione, il boato che arriva è incredibile"

Marco Astori

Mirko Mengozzi, speaker ufficiale dell'Inter, ha concesso una lunga intervista ai microfoni di Tuttosport. Queste le sue parole sul suo lavoro e non solo.

 Cosa significa essere la voce dell’Inter?

«Nonostante siano passati tanti anni, ancora a volte non me ne rendo conto. Quando mi è stato proposto da Marco Pontini, io ero semplicemente un ragazzo della Curva, all’improvviso mi sono ritrovato in mezzo al campo: la prima volta che ho letto le formazioni tremavo. Sono un tifoso che ha la grande fortuna di avere un microfono. Per me non è un lavoro, è passione. Quando mi sono sposato, il giorno dopo ero allo stadio con i confetti. Quando è nato mio figlio Sebastian nel 2014, dopo tre ore c’era Inter-Lazio e io ero in mezzo al campo».

Come è stato fare la lettura delle formazioni con gli stadi vuoti?

«Terribile. Mancava il cuore dello stadio. Ricordo ancora Inter-Real Madrid della passata stagione, non riuscivo a capacitarmi che fosse una vera partita di calcio. Per questo ho cercato di urlare ancora di più, come avrebbe fatto ogni tifoso se fosse stato lì».

Quindi come si sente in partite come quelle di stasera?

«È una figata! Si può dire? L’urlo della San Siro interista, lo sanno tutti, è il migliore. Ora mi sembra anche più bello di prima, appena urlo “Inter” prima di iniziare ad annunciare la formazione, il boato che arriva è incredibile. Stasera, come per tutte le partite importanti, so già come sarà: bello caldo».

Lei, lo abbiamo ricordato, è anche la voce di ‘I M Inter (Yes I Am)’.

«La prima volta che è passato allo stadio ho pianto. È stata un’avventura, ricordo tutte le telefonate notturne per lavorarci, con Claudio Cecchetto e Max Pezzali. Realizzare una canzone per la squadra che ami e poi sentirla a San Siro: che onore! Tra l’altro, ha portato bene: abbiamo vinto lo scudetto. E l’importante è che si continui a vincere, a partire da stasera».

L’annuncio più emozionante?

«Fortunatamente sono stati tanti. Ne cito uno un po’ diverso, quando ho urlato il nome di Giacinto Facchetti, il giorno in cui è entrato nella Hall of Fame».

Stasera farà qualcosa di speciale?

«Spero di dire tante volte: “Ha segnato per noi”. Vorrei uscire dallo stadio con poca voce, vorrebbe dire ci siamo divertiti».

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