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Inter, ok dalla Uefa. Centrati gli obiettivi del settlement, fondamentale il lavoro di Suning

L'Inter è uscita dal settlement agreement, disco verde dalla Uefa

Andrea Della Sala

Ieri la Uefa ha certificato l'uscita dell'Inter dal regime di settlement agreement. Il club nerazzurro avrà, come tutti, gli obblighi del Fairplay Finanziario, ma sarà più libera di operare.

"A causa dei conti sballati del passato, l’Inter era stata costretta a firmare un settlement agreement, cioè una sorta di patteggiamento, nel maggio 2015, sotto la gestione di Thohir, promettendo all’Uefa il progressivo rientro nei parametri. C’era una montagna da scalare. Basti pensare che tra il 2011 e il 2014 l’Inter aveva accumulato perdite per 275 milioni. L’Uefa ha imposto una multa di 6 milioni (quella condizionale da 14 non è scattata per il successivo rispetto dei requisiti), rose ridotte per le coppe, restrizioni nell’utilizzo europeo di alcuni giocatori per mantenere il saldo zero tra acquisti e cessioni. E, in primis, un riequilibrio contabile in modo da rientrare nel deficit massimo dei 30 milioni in tre esercizi. È stato con l’arrivo di Suning, nel giugno 2016, che è stata impressa la svolta", racconta La Gazzetta dello Sport.

"Al di là delle iniezioni di denaro nel capitale, non rilevanti ai fini del fair play ma vitali per la continuità aziendale del club, il colosso di Nanchino ha propiziato l’attivazione di una serie di contratti commerciali in Asia che hanno contribuito all’impennata del fatturato, schizzato a 297 milioni al netto delle plusvalenze nel 2017-18 e superiore a quota 350 in questa stagione. Il lavoro portato avanti negli anni scorsi dal management italiano (Antonello, Ausilio, Gardini) ha permesso all’Inter di centrare via via gli obiettivi intermedi del settlement, relativi al periodo 2015-18, facendo leva sulle plusvalenze, tenendo a bada stipendi e ammortamenti e coniugando il tutto col ritorno in Champions. I bilanci parlano da soli: -60 milioni nel 2015-16, -25 nel 2016-17 e -17 nel 2017-18, l’ultimo esercizio sotto questo monitoraggio speciale. Escludendo le spese virtuose, l’Inter è rientrata nel complessivo -30 del fair play e ha ricevuto disco verde dalla Investigatory Chamber del Club Financial Control Body dell’Uefa", spiega la rosea.

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