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Inter-Oriente, un legame speciale che dura da 40 anni. GdS: “Anche Spalletti sembra un…”

La Gazzetta dello Sport ripropone un'analisi del legame tra i nerazzurri e i paesi asiatici

Matteo Pifferi

Cresce l'attesa per il superderby di Milano tra Inter e Milan in programma domenica, una sfida che metterà di fronte Suning ed Elliott, Cina e Stati Uniti, Zhang Jindong e Paul Singer. "È una partita che spacca il mondo, non solo i navigli. E non c’è diplomazia del ping pong che tenga. È Jackie Chan contro Rambo: domenica ne resterà in piedi uno solo", commenta la Gazzetta dello Sport che evidenzia le correlazioni tra il paese asiatico e la compagine nerazzurra: "L’Inter è la Cina anche perché è stata la prima squadra italiana a giocare in quel Paese nel 1978, due anni dopo la morte di Mao Zedong. A Pechino esordì Evaristo Beccalossi, appena acquistato dal Brescia, e tornò in campo Sandro Mazzola che aveva smesso da un anno. [...] Inter Campus fa giocare i bambini cinesi. Massimo Moratti ha un figlio che si chiama Mao e adorava Alvaro Recoba, che chiamavano il Chino, per via degli occhi stretti. Mostra lineamenti orientali anche Radja Nainggolan che ha sangue indonesiano e plasticità da ninja".

SPALLETTI - La Rosea, in aggiunta, traccia una descrizione atipica dell'allenatore di Certaldo: "Spalletti, calvo, con i baffi che si riuniscono sul mento, ha la maschera di un mandarino medievale. La sua Inter è cinese nello spirito di sopportazione e nel socialismo tattico: non ha individualità di spicco, specie a centrocampo, impone la forza del gruppo e della concentrazione. Non muore mai, come si dice dei cinesi di Milano introvabili nei cimiteri. Milano in cinese si scrive con due ideogrammi: uno rappresenta il riso, il loro alimento più importante, l’altro l’orchidea, il fiore più bello. È un atto d’amore per la città che ora ricambia con il regalo di un derby".

(Gazzetta dello Sport)

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