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Italo Cucci racconta Massimo Moratti: dal primo incontro, fino alla notte di Madrid

Il giornalista ha collaborato con l'ex presidente nerazzurro per la scrittura del libro Moratti-Inter

Marco Astori

Moratti-Inter: il libro che verrà presentato domani a Milano all'Hotel Gallia proprio dall'ex presidente nerazzurro in persona. Il giornalista Italo Cucci ha raccontato proprio Massimo Moratti, dal momento in cui l'ha conosciuto, fino all'arrivo di Suning. Ecco il loro primo incontro, raccontato proprio da Cucci: "E’ un uomo affascinante, geniale che sa leggere il futuro nel presente. Ricordo il suo gessato blu (quando si incontrarono, ndr), i suoi capelli argentei, il suo atteggiamento fra ironico e stupito e la benevolenza verso gli intervistatori della Rai che gli porgevano i microfoni. Il presidente mi strinse cortesemente la mano ma dal suo fuggevole sguardo capii che sapeva chi fossi".

"Con i Moratti - scrive Il Corriere dello Sport - si acuisce la grande rivalità con la Juventus, che consegna alla storia del nostro calcio due episodi clamorosi: la partita ripetuta nel 1961, che Angelo per protesta volle fosse giocata dalla squadra Primavera (e la Juve vinse 9-1) e, 37 anni dopo, le polemiche per il rigore non concesso da Ceccarini per l’ormai leggendario scontro tra Iuliano e Ronaldo. Tre anni prima, nel 1995, Massimo Moratti ha preso l’Inter da Ernesto Pellegrini, spinto da passione e rimpianti, operazione anticipata in una intervista ad Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport-Stadio. I primi anni sono ricchi soprattutto di delusioni, malgrado l’arrivo del Fenomeno Ronaldo. Il cambio di passo arriva prima con Mancini in panchina e poi con Mourinho, sublimato dal Triplete del 2010. «Quella notte a Madrid Massimo ha pianto di gioia, la dedica non poteva essere che per Angelo», ricorda Cucci.

Ora l’Inter appartiene al gruppo cinese Suning. E Moratti? Dispensa consigli e pacche sulle spalle, come un nonno affettuoso. Assolutamente presente, comunque. «Perché la famiglia è stata sempre dietro l’Inter anche quando non c’era», sostiene Cucci. E c’è da credergli".

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