Trecentosessantacinque giorni dopo quello Juventus-Inter che gli permise di arrivare in serie A, Andrea Stramaccioni si sente sicuramente più «vecchio» e non è soltanto una questione anagrafica. Chi allena l’Inter, immancabilmente scopre nel tempo di avere qualche capello bianco di troppo.Un girone dopo la grande impresa dello Juventus Stadium, invece, succede anche di peggio. Non sei più il tecnico emergente che ha messo in ginocchio la prima della classe ma un nome con un punto interrogativo sul proprio futuro.
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La Stampa – Arriva la Juve, Strama dopo un anno si scopre debole
Trecentosessantacinque giorni dopo quello Juventus–Inter che gli permise di arrivare in serie A, Andrea Stramaccioni si sente sicuramente più «vecchio» e non è soltanto una questione anagrafica. Chi allena l’Inter,...
Stramaccioni è una creatura di Massimo Moratti eppure continua a dividere la sua panchina con una serie infinita di allenatori. Quello più ingombrante è sicuramente José Mourinho che, come succede ogni volta che cerca una nuova collocazione, sa farsi accostare ai club più importanti d’Europa con la stessa facilità con la quale ha portato a casa il Triplete.
Stramaccioni è nuovo a questo mondo, ma ha già capito come funzionano certi giochi e così ieri ha detto la sua sull’argomento: «José è un esempio, un punto d’arrivo. Non c’è nessun tipo di competizione con lui. Conosco la verità su questa storia perché me l’ha detta Moratti. Né io né la squadra siamo infastiditi dalle voci su un suo ritorno, mi dispiace solo che vengano utilizzate queste cose per “illudere i tifosi”, creando una falsa aspettativa che lascia l’amaro in bocca».
Un anno di militanza nerazzurra vale sicuramente un patentino da allenatore di serie A, a dispetto di ciò che pensano a Coverciano dove hanno deciso di rinviare l’esame del suo Master a causa delle assenze fatte per…gli impegni di Europa League. Stranezze del nostro calcio.
Stramaccioni è nella centrifuga ma continua ad avere chiari i suoi obiettivi. Gli interessano i suoi giocatori, il concetto di gruppo e non i personalismi. L’Inter ormai gli è entrata nel sangue e lo spinge a tenersi lontano dai colori bianconeri: «La Juventus èun grande club ma mi risulta difficile immaginarmi lì. Poi, se tra 4-5 o 6 anni andrò via ci sarà un’altra panchina. Magari non proprio quella...».
Di grane fino ad oggi ne ha gestite a sufficienza: da Sneijder a Cassano, fino allo sbadato Guarin che ha perso l’aereo a 48 ore dal match contro la Juve. Situazioni scomode che non cancellano gli errori tecnici fatti nel corso di varie partite. Stramaccioni è anche l’uomo dei bonus. Se n’è giocati già molti e adesso è arrivato il momento di ripagare la fiducia di Moratti, La sfida contro la Juventus è comunque un esame. Non determinerà il suo futuro in caso di sconfitta ma traccerà la strada di una riconferma che non sembra più legata al terzo posto.
Zanetti e compagni sanno qual è il loro compito. Sbracare, giocare molli contro l’avversario più odiato, vorrebbe dire inimicarsi una tifoseria fino adoggi abbastanza paziente. Un girone fa, c’erano altre aspettative, ma è inutile vivere di rimpianti: «Il granderammarico è non essere riusciti a dare continuità a tutto ciò che avevamo fatto fino a quella partita», parola di Strama che ancora per una volta ha scelto la via della pretattica con l’allenamento di vigilia coperto da telonibianchi e la convocazione estesa a quasi tutti i giocatori. Per rallentare«l’invecchiamento» serve pure la cura del dettaglio.
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