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La Stampa – Inter poca qualità , ma tanti muscoli e spirito di sacrificio…

Meno qualità, più muscoli. L’Inter ha deciso di imboccare la strada della concretezza per non deragliare a Roma e il verdetto dell’Olimpico ha premiato le scelte di Stramaccioni. Così quando la sfida sembrava avviata ad una corrida...

Francesco Parrone

Meno qualità, più muscoli. L’Inter ha deciso di imboccare la strada della concretezza per non deragliare a Roma e il verdetto dell’Olimpico ha premiato le scelte di Stramaccioni. Così quando la sfida sembrava avviata ad una corrida giallorossa sullo stile di Roma-Fiorentina (4 a 2) o Roma-Milan (identico risultato), - scrive il giornalista de La Stampa, Gugliemo Buccheri - la forza d’urto dei nerazzurri è venuta fuori.

Il tecnico capitolino Zeman si è visto sfuggire di mano la notte gradualmente ed ora deve fare i conti con l’ennesima occasione persa per dare una sterzata alla sua classifica.

Il campionato dei nerazzurri, invece, rimane sospeso fra l’aggancio al treno in vetta alla classifica e i timori di vedersirisucchiare nel gruppo di chi vive fra un posto in Europa League e il niente. L’Inter trova ancora una volta in Guarin la sua fortuna. Il colombiano simuove nelle zone di campo un tempo appaltate all’ormai ex interista Sneijder, mal’interpretazione del ruolo è diversa: Guarin unisce idee a muscoli e, così, le sue penetrazioni nel cuore dell’area giallorossa diventano un incubo per la truppa di Zeman (rivedere la progressione per l’assist dell’1 a 1 a Palacio).

Stramaccioni ha avuto il coraggio di scommettere in avvio sul baby Livaja e, il giovanissimo attaccante, lo ha ripagato con una sfida giocata sempre nel vivo delle trame d’attacco: Livaja è stato il primo nerazzurro ad accendersi dopo il colpo su rigore di Totti e il movimento con il quale ha centrato il palo (interno) della porta di Goicoechea ha ricordato quello tipico dei grandibomber del passato.

Zeman contro Stramaccioni è stato il racconto di un secondo incontro ravvicinato fra un tecnico, il boemo, che sempre ed ovunque cerca di imporre il suo credo e un allenatore, quello interista, fino ad oggi più abile a studiare i difetti altrui e, su questi, disegnare la propria formazione. Priva di Cassano e Milito, Stramaccioni ha chiesto a Nagatomo ed Alvaro Pereira di aiutare la linea d’attacco, ma anche di creare il primo ostacolo sulle fasce ad Osvaldo e Totti: nell’Inter la fantasia non è eccelsa, ma lospirito di sacrificio sì.

Le emozioni non sono mancate, gli errori nemmeno a cominciare, forse, da una decisone fin troppo frettolosa del signor Orsato nell’assegnare il calcio di rigore alla Roma dopo ventidue minuti. La Roma ha finito così come aveva cominciato, l’Inter, anche sui titoli di coda, ha mantenuto fede alla propria peculiarità di squadra corazzata quando, in campo, è entrato Mudingayi al posto di Gargano.

Le due sfidanti di ieri, intanto, si danno appuntamento per mercoledì sera, sempre a Roma, stavolta per l’andata della semifinale di Coppa Italia. La notte dell’Olimpico ha anche ingigantito il solco fra Zeman e Daniele De Rossi: dopo l’intervallo il campione del mondo a Berlino2006 è rimasto negli spogliatoi lasciando spazio al greco Tachtsidis.