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La Stampa – Mai visto un Icardi così: 17 e 52 i numeri da record. Ma Spalletti non ha…

Dopo la prima doppietta di testa l’interista è l’unico ad aver segnato più del 50% dei gol della sua squadra

Francesco Parrone

La sua doppietta numero 17 in Serie A(la prima di testa) ha riportato l’Inter al secondo posto. E ha anche detto che, oggi, come lui non c’è nessuno. Mauro Icardi su tutti. In Italia, perché con i suoi gol è il giocatore che ha fruttato più punti: ben 11, superando proprio domenica l’Immobile laziale fermo a 10. In Europa, perché nelle leghe che contano è l’unico ad aver griffato oltre la metà del bottino (13 su 25) di squadre che hanno realizzato almeno otto reti.

La partenza più prolifica - A 24 anni, e alla sesta stagione in A, Maurito vive il suo momento migliore. Un avvio di campionato mai visto e, come diretta conseguenza, la nazionale argentina ritrovata. Grazie anche a Spalletti, il suo ottavo allenatore dal 2012, che da una parte lo ha spinto senza troppi giri di parole a partecipare più al gioco («Se venisse a palleggiare un po’ di più con i centrocampisti...») e dall’altra lo ha coccolato con immagini che lo hanno gratificato («Sa essere un carrarmato, ma anche un rapace o un serpente: dentro l’area sta come sul divano di casa»). Capitan Icardi lo ha ripagato sacrificandosi di più, senza però smettere di eccellere nel mestiere che meglio conosce. Al contrario, ha infilato la partenza più prolifica: alla 13a era arrivato al massimo a quota 10, un anno fa. Ha già all’attivo quattro doppiette e una tripletta, che nel derby vale ancora di più. Ha bucato, tra le altre, Fiorentina, Roma, Milan e Samp. È arrivato a 94 reti in A, 84 delle quali per l’Inter, che dalle stoccate dell’argentino ha ricavato 58 punti in quattro campionati e un terzo.

Ma Spalletti non ha un piano B - Icardi può inquadrare un bel po’ di record detenuti dai «grandi» nerazzurri, ma preferisce restringere i suoi orizzonti: «L’obiettivo vero, adesso, è tornare in Champions con l’Inter. Poi, penserò al Mondiale». È l’uomo che risolve i problemi. Come ha fatto contro l’Atalanta, dopo un primo tempo di scarsissima sostanza collettiva. Averlo è una delizia. Ma, quando pure lui fa cilecca (e ogni tanto capita), può sottolineare un problema. Perché l’Icardi che segna il 52% delle reti ed è l’unico a tirare in porta (quattro volte) e a creare occasioni (cinque) contro i bergamaschi, smaschera la mancanza di un piano B degli spallettiani. È un limite che, unito a quello di una rosa troppo ristretta, a lungo andare può costare punti pesanti. Il mercato, come richiede il tecnico toscano, servirà a rimediare a livello numerico. Sulle strade alternative al gol urge invece lavorare e inventarsi qualcosa. E, intanto, sperare che a Maurito non venga nemmeno un raffreddore.

(Fonte: Roberto Condio, La Stampa 21/11/2017)

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