ultimora

Libero – La Juve Quaglia, per l’Inter la classifica si inguaia…

La testa vince sul cuore. Basterebbero queste cinque parole per riassumere il Derby d’Italia numero 220 tra Inter e Juventus. Il cuore è quello dei nerazzurri, confusionari, arruffoni, senza un modulo ben preciso (e le colpe di...

Francesco Parrone

La testa vince sul cuore. Basterebbero queste cinque parole per riassumere il Derby d’Italia numero 220 tra Inter e Juventus. Il cuore è quello dei nerazzurri, confusionari, arruffoni, senza un modulo ben preciso (e le colpe di Stramaccioni ci sono) maincapaci di mollare, lasciando (quasi) sempre tutto in campo. La testa è quella dei bianconeri, che invece scendono sul terreno di gioco consapevoli della propria forza e che in qualche modo alla fine riusciranno a spuntarla.

Non è un caso infatti che l’Inter per svegliarsi abbia sempre bisogno di prendere un bel colpo in faccia. Come ieri, come all’andata, nemmeno il tempo di mettersi a sedere che la Juve è già in vantaggio: Quagliarella fa il Quagliarella e insaccaun gran destro sotto l’incrocio. I nerazzurri a quel punto si ricordano chi sono, dove sono e cosa devono fare. E non lo fanno poi male, visto che Buffon si deve impegnare due volte nel giro di tre minuti su Cassano e Palacio per evitare l’immediato pareggio.

Poi, come in tutti i primi tempi, l’Inter rientra nel suo letargo, rischia di subire ancora, salvata da Vidal che cincischia davanti ad Handanovic. Il cuore e la testa, dicevamo. La situazione perfetta per vedere le differenze è ad inizio ripresa. Quando gli uomini di Strama trovano il pareggio con un inserimento di Palacio. Una folata, di pura grinta. La reazione all’1-1 è questa: l’Inter si esalta, prova a spingere di più, perché l’adrenalina sprizza da tutti i pori; la Juve invece, consapevole che «la pazienza è la virtù dei forti», resta tranquilla, e colpisce appena i nerazzurri si distraggono.

Vidal serve in profondità Quagliarella, che mette in mezzo dove Matri fa 2-1, con Pereira, Chivu e Ranocchia immobili. Colpita e quasi affondata, l’Inter non molla, continua a crederci, nonostante il gioco non sia quello organizzato della Juve, nonostante l’ordine in campo non sia assolutamente lo stesso. Cassano croce e delizia, si guadagna un rigore che Rizzoli non si sente di fischiare, poi ha sul destro la palla del meritato 2-2, che però spreca. L’assalto finale non basta, stavolta il cuore non basta. Finisce 2-1, vince la Juve, che conquista tre fondamentalipunti giocando senza nemmeno fare troppa fatica pensandogià alla partita di Monaco contro il Bayern, con lo scudetto praticamente già in tasca.

Con la testa l’impresa in Europa si può fare, il cuore invece porta spesso solo a fare pazzie,come quella di Cambiasso al 95’ su Giovinco. Una pazzia sarebbe anche quella di riuscire a conquistare il terzo posto, ma non è detto che per questo il cuore dell’Inter basti.