Il quotidianoLibero nell'edizione odierna fa il punto sulle milanesi in attesa del derby di domani: "La definizione «Derby della pace» pare proprio l’apoteosi del buonismo,uno schiaffo alla gloriosa stracittadina milanese. Questo Milan-Inter è talmente sotto-sponsorizzato che sta sfuggendo la reale importanza sportiva. Puntidi vista. In realtà è un crocevia fondamentale, per entrambe le squadre. Il Milan ci arriva pervaso da dubbi esistenziali. La scialba settimana pre-derby ha addirittura portato lady Berlusconi ad un’ammissione fuori dagli schemi: «Puntiamo all’Europa League», ha detto Barbara.
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Libero – Milan zero acquisti e caos. L’Inter acquista con la formula del ‘pagherò’…
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Sincerità da apprezzare ma difficile da digerire. Tanto che Galliani ha raddrizzato il tiro: «Non è vero, puntiamo alla Champions», confermando di fatto i rapporti stentati tra i due e una grande assenza: l’unità di intenti. Lo conferma il mercato rossonero, completamente fermo: difficile pensare al terzo posto con la rosa attuale, e dichiararlo come obiettivo è controproducente. Il problema rossonero dunque è intrinseco, manca una presa di coscienza, una sintesi tra l’ambizionee larealtà dei fatti.
Per questo il Milan procede a folate, tra alti e bassi, e lo farà fino a che non verranno risolte queste contraddizioni. L’ultima Inter invece è inciampata nelle sue lacune. La mole di punti costruita sugli1-0, conquistati con freddezza granitica, sembra lontana anni luce. Bastava un tiro e una difesa perfetta per vincere. Oggi non è più così, e i nodi vengono al pettine. Il gioco latita, e i cinque punti nelle ultime cinque partite - più le tre sberle prese dalla Juve in CoppaItalia - sono un trend negativo da invertire. Per non allontanarsi dal terzo posto, imperativo per la società che ha operato sulmercato con la formula del «prestito e poi pagherò», scommettendo sui soldi della Champions. Il derby quindi cade a pennello anche per i nerazzurri, e per Mancini, chiamato a risolvere gli enigmi che lo attanagliano. L’Inter non può più alternare formazioni, modulie interpreti: serveuncopione, e l’arrivo di Eder può essere un indizio in tal senso, verso il 4-2-3-1 definitivo.
Per tutti questimotivi il sesto - e probabilmente ultimo - derby dell’anno è il più decisivo. Lecito sognarla allora, una partita speciale, combattuta, fino alla fine. Potrebbe essere un derby magico, come lo sogna un bambino, quando immagina gli undici depositari dell’amore verso la sua squadra del cuore trasformarsi in super eroi dai poteri magici, che neutralizzano i cugini rivali. Un derby in bilico, nonostante gli 8 punti di differenza in classifica. Una partita vera, che può esplodere dalle difficoltà delle due squadre. Magari giocata da un Milan alla svolta, finalmente cosciente dei suoi limiti e obiettivi, e da un’Inter che non vuole bruciare tutto ciò che ha raccolto. Anche perché, rispetto agli ultimi anni, la qualità in campo è superiore, seppur non eccelsa. Infatti, alla vigilia del derby d’andata - deciso da Guarin, volato in Cina - si respirava un grande entusiasmo mediatico, per un match di nuovo d’alto livello, diverso rispetto alle tristi battaglie precedenti. Quelle decise da tiri sbilenchi di Obi, o da erroracci del fantasma-Torres. Passando per un Muntari che sfigurava il viso di Dodò con un tackle poco ortodosso, oppure per uno Schelotto qualsiasi che entrava e incornava, per uno dei pareggi più tristi della storia dei derby. Quella fu una sfida talmente povera di contenuti che organizzarono un triste prepartita a San Siro diretto da Daniele Bossari quasi in imbarazzo. Questo no, non sarà un derby triste. Sarà gagliardo, da vincere. E speriamo all’altezza dei nostri sogni avventati".
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