Cinque partite e tre gol: identiche le cifre dell’inizio stagione di Giampaolo Pazzini e Antonio Cassano. A dire la verità, rimanendo alla fredda aritmetica, il “Pazzo” vanta più minuti (485 contro 390 calcolando anche le coppe) e più assist (2 contro 1) del barese. Solo che, appunto, i numeri talvolta mentono. Il 22 agosto, giorno della firma sul cambio di maglia dei due, i giudizi erano unanimi: è il Milan che ci guadagna. In rossonero arrivava un centravanti vero, con tanta fame e due anni in meno del rivale. Quello che sembrava poter spaccare lo spogliatoio già fragile dell’Inter dopo l’addio di tanti senatori.Ma passato più di un mese, è forse arrivata l’ora di rivedere quei giudizi. A parte Bologna (tripletta con un pizzico di fortuna), Pazzini ha visto ben pochi palloni in rossonero, dove i cross dalle fasce sono una rarità e il possesso palla è finora un miraggio. E forse Allegri rimpiange persino la fantasia di Cassano. Il “Pazzo" sembra poter ritornare vittima degli incubi dello scorso anno. Anche perché con il ritorno di Pato, l’attaccante rossonero rischia la panchina e rivivere l'incubo della scorsa stagione. Almeno fino alla prossima ricaduta del brasiliano.L’Inter invece esalta in ogni sua versione Antonio Cassano. Un giocatore trasformato, non solo maturo ma soprattutto felice. Siena a parte, il neo nerazzurro ha lasciato il segno in ogni match. Con il tridente, con il 4-4-2 o il 3-5-2. Senza protestare quando è stato messo in panchina come mercoledì sera: ha atteso tranquillo e ha cambiato la partita dopo il subentro per Sneijder.
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Libero: «Scambio Pazzini-Cassano è ora di rivedere…»
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