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Lucescu: “Inter-Shakhtar, sfida del cuore. Ma passano gli ucraini: sono più forti perché…”

L'ex allenatore dei nerazzurri ha allenato anche la squadra di Donetsk e avvisa Conte: "Hanno qualità e talento"

Eva A. Provenzano

Il Corriere dello Sport ha intervistato Mircea Lucescu, ex allenatore dell'Inter ed ex allenatore dello Shakhtar. «Avrò il cuore diviso a metà», ha detto. Riferendosi ovviamente alla semifinale di Europa League di lunedì 17 agosto. «So bene come giocano entrambi ma credo che in finale andrà lo Shakhtar, è più forte. È una squadra plasmata. Un progetto vincente. 7 su 11 dei titolari sono elementi che ho allenato e portato io a Donetsk. Cosa ha di più rispetto all'Inter? Fiducia nei propri mezzi, talento, organizzazione di gioco. Giocano con il 4-2-3-1, si conoscono alla perfezione, sono sincronizzati nei movimenti e hanno grande potenziale in attacco. Taison e Marlos sono fortissimi. Junior Moraes segna sempre, credo sia uno dei primi cinque nei campionati europei».

Detta così, da uno che conosce benissimo la squadra ucraina, fa pensare che l'Inter parta da sfavorita. Lucescu ha aggiunto: «Lo Shakhtar fa un gran possesso e mette in difficoltà l’avversario controllando il match e il ritmo. L’Inter si troverà di fronte una squadra di qualità che ha tutti ucraini in difesa e tanti brasiliani dalla metà campo in su. Sanno far girare il pallone con velocità e precisione». 

«L'Inter per spuntarla potrebbe puntare sull'aggressività come ha fatto con il Bayer. Anche i tedeschi palleggiavano bene e sono stati aggrediti. Ma lo Shakhtar ha più qualità, è più veloce. I nerazzurri dovranno fare attenzione alla fasce e puntare sulle ripartenze che possono essere l’arma per cambiare la sfida. Lukaku? Bel test, è in gran forma ma la difesa degli ucraini ha chili e cm. Ho un debole per l'Inter, lo sanno tutti, è una squadra che mi è rimasta nel cuore ma nello Shakhtar giocano persone alle quali voglio bene. Anche tifare per i nerazzurri in Serie A la prossima stagione sarà difficile perché sulla panchina della Juve ci sono Pirlo e Baronio, due miei pupilli ai tempi del Brescia», ha concluso il tecnico. 

(Fonte: Corriere dello Sport)

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