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Malatrasi: “Inter potente ma serve il vero Lukaku. Herrera, Angelo Moratti e Trap…”

Malatrasi: “Inter potente ma serve il vero Lukaku. Herrera, Angelo Moratti e Trap…” - immagine 1
L'ex calciatore nerazzurro parla ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport tra presente e passato, con analisi e ricordi

Alessandro De Felice

Una vita da derby. Un Ambrogino d’oro con l’Inter e uno con il Milan. Saul Malatrasi ha un particolare primato: ha vinto Coppa dei Campioni, scudetto e Coppa Intercontinentale con due squadre della stessa città. Milano. Il classe 1938 ha conquistato praticamente tutto con le maglie dei due club: l’Inter di Helenio Herrera e il Milan di Nereo Rocco.

L'ex libero ha parlato ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport:

I nomi della Grande Inter del Mago erano nomi di peso…

"Certo. C’erano Tarcisio, Giacinto e Aristide. Poi sono arrivato io, Saul...".

E lei ha giocato molto e vinto qualche derby. Visto l’ultimo?

"Ah, bello bello. Mi sono divertito. Ma cos’ha fatto quel Leao? E’ una meraviglia, chi lo tiene più… Sembra un dondolone e poi, zac, parte e ti stordisce. Ma l’Inter ha avuto momenti buoni, quando va in rimessa è forte".

Milan e Inter da oggi in Champions. Vanno avanti?

"Certo, ci mancherebbe. Arrivano nei primi due posti".

Come ai suoi tempi? Lei ha vinto la prima coppa con Mazzola e la seconda con Rivera…

"Allora, negli anni Sessanta, era diverso. Però Mazzola nel 1965 era al massimo. Rivera, nel ’69 contro l’Ajax, pure".

Il più bravo?

"Posso dire così diversi, così uguali? No? Allora dico che Mazzola era come Roberto Baggio e Rivera, la butto lì, un Del Piero. Oggi vedo pochi Baggio e pochissimi Del Piero. Sono tutti stranieri, o quasi, in Serie A".

Allenatori dei suoi tempi. Meglio Herrera o Rocco?

"Erano e sono rimasti a lungo il top. Con Helenio non mi trovavo bene. So che lui mi stimava, ma era impossibile avere un rapporto. Era tirchio, non ci salutava, ci dava del lei, andava d’accordo solo con Luis Suarez".

E con Rocco?

"Completamente diverso, si parlava in dialetto. Dicono che era un bonaccione. Mah… Dovevate vederlo quando s’incazzava. Un giorno a Milanello, imbufalito per una partita storta, ha urlato al suo secondo Bergamasco: “Marino, falli correre finché non va giù il sole. Erano le tre del pomeriggio, abbiamo corso fino alle sette di sera.... Più tardi, quando ero a Lecco, ho saputo che Helenio si era incontrato in segreto con Rocco e gli aveva detto di prendermi. Poi el Paron me lo ha confidato: 'Ho fatto fatica a portarti qui perché me lo aveva consigliato quel mona de Mago. Potevo fidarmi? Ho pensato: questo mi tira il pacco. Ho rischiato e devo dire che sono contento'".

Quindi vuole bene all’Inter e al Milan.

«Quando l’Inter perde io penso sempre ad Angelo Moratti e ai miei compagni che non ci sono più. Ho 84 anni, uno più del Trapattoni che è del ‘39 L’ultima volta che l’ho sentito gli ho chiesto: “Come stai, Giovanni?” Mi ha risposto mogio: “Si tira avanti, da poveri vecchi”. Su, su Giuan, pensiamo al futuro. Io guardo quasi tutte le partite alla tv. E divento matto quando vedo tutti quegli allenatori, assistenti, motivatori, che rigirano i fogli a bordo campo a spiegare al ragazzo appena arrivato dalla Polonia o dal Camerun chissà cosa».

Herrera e Rocco avevano motivatori?

"Ci dicevano giocate come sapete. Quando si cambiava la marcatura, urlavamo: “Mister, signor Rocco, abbiamo cambiato la marcatura”. E loro dicevano: “Bravi, avete fatto bene".

Gli allenatori di adesso?

"Non dico niente. Solo che a me piace gente, o piaceva gente, come Ancelotti e Lippi. Sereni, seduti, attenti sempre alla partita ma senza tanto sbraitare. Ho visto quello della Fiorentina, Italiano, correre su e giù per il campo come un tarantolato. Ma gli allenatori sanno cosa dicono di loro i giocatori in campo?".

Cosa pensa dei giocatori di adesso?

"Dico soltanto che andavo a letto alle 9 di sera e che ero un professionista. Non mi è piaciuto il modo con cui si è comportato De Ligt con la Juve. E non mi piacciono quelli che fanno un gol o una bella parata e pretendono subito il ritocco dell’ingaggio. Io ho avuto molti allenatori, sono stato in ottime squadre, Fiorentina, Roma, Inter, Milan. Ho avuto anche richieste dalla Juve, ho parlato con l’avvocato Agnelli, ma sono sempre stato tranquillo, al mio posto. Pensavo solo a giocare bene. Quelli di adesso si riempiono la bocca con la parola “professionista”, si toccano la maglia, mettono la mano sul cuore. Poi scappano in Francia, in Spagna, in Inghilterra".

Belle parate le fa Maignan.

"Fantastico. Il più grande acquisto in tutti i sensi, mi entusiasma. Fa il portiere, il libero, il regista, lancia gli attaccanti. E’ una manna per i difensori, sai che lui è nel posto giusto e tu puoi muoverti tranquillo. Mi ricorda Giuliano Sarti, portiere di straordinaria capacità e posizione. Posso dirlo perché con lui ho giocato nella Fiorentina e nell’Inter".

Bene. Uno sguardo al campionato. Favorite?

"L’Inter è potente, se gioca di rimessa con Lautaro e il Lukaku di due anni fa è la numero uno. La Juve ha fatto un grande acquisto, Milik, ma non è forte in difesa. Il Milan? Vediamo se regge Giroud e se torna il miglior Kjaer. Il Napoli è bello e brillante. Intanto cerchiamo di andare tutte avanti in Europa".

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