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Masala (GdS): “Con un Lukaku così la sfanghi anche se non domini. Eriksen? Si sospetta che…”

Il giornalista analizza così la vittoria dell'Inter sul Getafe

Matteo Pifferi

Andrea Masala, giornalista de La Gazzetta dello Sport, ha detto la sua, sulle colonne della Rosea, in merito alla vittoria dell'Inter col Getafe:

"Nessuna retromarcia, almeno all’estero: Conte avanza ai quarti di Europa League. Molto bene, anche se con un po’ di fatica. Se i nerazzurri vorranno alzare al cielo di Colonia il trofeo, dovranno fare un’altra decisa marcia avanti. Il primo importante appuntamento di coppa si è rivelato tutt’altro che una formalità: la pratica contro il Getafe, non inganni il 2-0, è stata complicata. Chi si aspettava una «partita sporca», cioè Conte, aveva ragione. Non bisogna essere troppo esigenti: ad Antonio serviva una vittoria non soltanto per rimanere in corsa, ma anche per riportare un minimo di sereno. Dopo lo strappo che, a secondo posto acquisito, ha preso in contropiede la società, Conte non si è più avventurato in spericolate scorribande dialettiche".

RAPPORTO CON ZHANG - "Nessuno lo ha ribaltato dalla Cina con furore, ma quel tanto che dovrebbe bastare per fissare indispensabili paletti, giusto per ridefinire ruoli e competenze come nei migliori club continentali. Tregua in società e tutti a testa bassa verso le sfide in Germania campo neutro. Al di là di qualsiasi buon proposito, in casa nerazzurra la settimana del ritorno alle coppe europee è comunque diventata delicata, con il tecnico stesso impegnato a spegnere i fuochi d’artificio da lui stesso accesi. Che magari sono serviti, hai visto mai, in vista delle gare secche, a tenere alta la guardia. Magari… A giudicare dall’avvio a Gelsenkirchen, però, è sembrato che abbiano sortito sì un primo effetto, ma opposto".

INTER-GETAFE - "L’Inter, per diversi tratti di gara, è apparsa svagata e slegata, l’esatto contrario dei collettivi organizzati che un perfezionista come Conte sa di solito presentare. Il Getafe, con una cifra tecnica abbastanza modesta, si è reso addirittura pericoloso. Uno degli aspetti positivi delle ultime uscite dei nerazzurri è la capacità di restare a galla, anche in giornate poco brillanti. È chiaro che, con un Lukaku così concreto e chirurgico, riesci a sfangarla pure se non domini. Di fronte a un avversario che si concede il lusso di sbagliare un rigore sullo 0-1 ci sono altri brividi, come ogni tanto capita a una formazione che, in simili occasioni, potrebbe imporsi di prepotenza".

ERIKSEN - "E tutto avviene con Eriksen spettatore, seminascosto dalla mascherina e dalle scelte del suo allenatore, che lo schiera dall’81’ in poi. Salvo poi esultare per il raddoppio ottenuto con due soli palloni toccati dal danese. Mah. Prima o poi capiremo se Christian può davvero fare parte a tutto tondo del progetto sposato da Conte con l’Inter. Per adesso persiste una zona grigia attorno al prezioso, almeno sul mercato, rinforzo arrivato a gennaio: con una punta di malizia, non eccessiva, si sospetta che l’affare Eriksen sia uno dei punti di frizione tra il tecnico, refrattario al lancio definitivo dell’ex del Tottenham, e la dirigenza. Serve un cambio di passo, non si può sempre sperare nelle magie di Lukaku: chissà che l’avventura agostana in Europa non aiuti tutti a capire anche che cosa vorrà fare da grande il centellinato nordico. A partire da Conte e dalla società, finché resterà il sereno".

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