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Mazzola: “Pioli mi piace, farà bene. Vi racconto la mia Inter. E occhio a mio nipote…”

La leggenda nerazzurra ha parlato del suo passato e del momento attuale della squadra

Marco Macca

L'Inter vista nel derby ha soddisfatto Sandro Mazzola. La leggenda nerazzurra ha assistito con partecipazione all'esordio ufficiale di Stefano Pioli sulla panchina interista e le sensazioni per l'ex numero 8 sono positive. Mazzola, intervenuto a MondoPallone.it, ha dichiarato: "Mi è sembrata una squadra con la mentalità giusta, Pioli ha lavorato bene sulla testa, oltre che sulle gambe. Io penso che Pioli possa fare molto bene all’Inter. De Boer? Non essendo dentro alla società, non conosco le dinamiche e dare una risposta è difficile. Secondo me de Boer è un grande allenatore, ma forse non ha trovato i motivi e il momento giusti. Ma se non sei nell’ambiente, non puoi dare un giudizio corretto".

Poi, nella lunga intervista concessa, il Baffo da un parere sulle differenze con l'Inter dei suoi tempi: "Oggi il mondo del calcio è totalmente diverso. Quando giocavo io c’era una magia particolare: quando io e i miei compagni eravamo in prova all’Inter, sognavamo di essere ingaggiati e ricevere la valigetta di metallo con le strisce nerazzurre concessa ai giocatori della squadra. Per non parlare dell’emozione provata nell’indossare la maglia nerazzurra: la ricevemmo nella sede ufficiale, dove c’erano tutte le foto dei grandi campioni della storia. Era un’emozione unica. Eravamo anche molto solidali verso i compagni meno fortunati di noi: fondammo un Sindacato dei calciatori proprio per tutelare quei giocatori che venivano lasciati a casa e senza essere più pagati, magari con una famiglia da mantenere. In molti hanno tentato di ostacolarci, ma noi siamo andati avanti, convinti che quel lavoro fosse giusto per la nostra causa".

I ricordi da derby sono per Mazzola ancora nitidi: "Ricordo non piacere il primo che giocai. Non solo per la partita in sé, ma perché in porta nel Milan giocava Giorgio Ghezzi, un ex giocatore anche dell’Inter. Quando io e mio fratello facevamo le mascotte allo stadio, ci mettevamo in un angolo nello spogliatoio dell’Inter e guardavamo tutto quello che faceva Ghezzi nella preparazione: era il nostro idolo. In quel derby me lo trovai di fronte. Ero di fronte al mio idolo d’infanzia e lui sapeva dove calciavo di solito, c’era Benitez che gli faceva i segnali alle mie spalle. Ero giovane e lo ingannai: calciai con l’altro piede e lo spiazzai.

Mazzola ricorda un aneddoto sul primo approccio col mondo Inter: "A Cassano d’Adda c’era un Inter Club. Benito Lorenzi, allora attaccante dell’Inter, vide giocare me e mio fratello Ferruccio e promise di farci tentare un provino con i nerazzurri. Era una persona molto religiosa e pensava, con una logica tutta sua, che se avesse aiutato i figli del capitano (Valentino Mazzola), il capitano dall’alto l’avrebbe aiutato a vincere trofei. Feci il provino all’Inter e andò bene, rivelai il mio cognome solo dopo essere stato preso per evitare che si facessero influenzare. Cominciai la mia avventura con le giovanili finché finì a giocarmi il posto in prima squadra come mezz’ala con Maschio. Con mia grande sorpresa, però, lui non se la prese quando diventai  titolare al suo posto e agli allenamenti continuò a darmi tanti consigli. Posso dire di essere stato fortunato ad aver avuto una carriera cosi piena di successi".

Infine, una chicca, che evoca non poche suggestioni: "Occhio a mio nipote Valentino, tra qualche anno potremmo sentirne parlare: gioca sempre a calcio, è uno che ha il pallone nel sangue".

(Fonte: MondoPallone.it)