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Monti (CorSera): «Inter dirigenza da incubo. Un film già  visto e la rosa…»

Cruda ma realistica disamina sulla sciagurata situazione dell’Inter viene operata da Fabio Monti dalle pagine del Corriere della Sera: «Balotelli? Al Milan.Paulinho? A giugno. Icardi? A giugno (ma c’è anche il Chelsea e non solo). Dzeko?...

Lorenzo Roca

Cruda ma realistica disamina sulla sciagurata situazione dell'Inter viene operata da Fabio Monti dalle pagine del Corriere della Sera: «Balotelli? Al Milan.Paulinho? A giugno. Icardi? A giugno (ma c’è anche il Chelsea e non solo). Dzeko? A giugno. L’ottavo posto? A maggio. Avanti con Rocchi, il vice Milito, che quando Milito non c’è, non gioca. Forse, in queste ore, arriverà Zdravko Kuzmanovic, 25 anni, ex Fiorentina, allo Stoccarda dal 2009: è un centrocampista serbo, nato in Svizzera, con contratto in scadenza a giugno. E oggi è annunciato l’assalto a Nicola Bellomo, attaccante del Bari, classe 1991 (come Longo, mandato all’Espanyol, per non giocare). Ma se l’Inter è quella che sta uscendo dal mercato di gennaio, farà fatica ad arrivare in Europa League. Lo sconcerto ha inondato la Rete tra social network, blog, siti ufficiali e ufficiosi, con propositi di astensione dal tifo a cominciare dalla partita con il Chievo (10 febbraio). Ma la campagna acquisti di gennaio forse servirà ad aprire gli occhi a Massimo Moratti sulla inadeguatezza dei suoi quadri, una pletora di direttori, che non dirigono nulla. In queste ore, il club nerazzurro sta anche provando a riportare a casa Biabiany: classe 1988, cresciuto nel vivaio nerazzurro, era stato ceduto in prestito al Modena, poi al Parma, prima di tornare a Milano nell’estate 2010. «Bruciato» da San Siro, era stato ceduto il 29 gennaio 2011 alla Samp per prendere Pazzini, che sei mesi fa è stato ceduto al Milan, perché Stramaccioni gli ha preferito Milito, infortunato da dicembre. L’Inter sta inseguendo Andreolli, che era suo e ha perso Destro, che insieme con Balotelli e Biabiany, avrebbe potuto costituire il tridente d’attacco per i prossimi cinque anni. L’inseguimento a Schelotto, che non è nemmeno titolare nell’Atalanta (però frequenta le discoteche milanesi), risulta più complicato di quello per Ronaldo, quando Moratti e Mazzola fecero tutto a tempo di record e in silenzio. Il capolavoro resta Paulinho. In estate il d.s. Ausilio è volato in Brasile, per gettare le basi dell’acquisto; sabato sembrava tutto a posto per 15 milioni; quando Moratti ha detto sì all’operazione, si è scoperto che il Corinthians di milioni ne voleva 20. Tutto rinviato a giugno 2013. Domanda: ma Branca e Ausilio con chi hanno parlato? E non sapevano che nemmeno il giocatore gradiva il trasferimento a gennaio all’Inter? È dall’estate 2010 che il mercato nerazzurro costa caro, ma non ha una linea. Già l’idea di prendere Benitez, l’anti Mourinho, è stata tutto tranne che geniale; peggio ancora è stato insistere con lui quando il presidente avrebbe voluto esonerarlo, dopo la sconfitta nella Supercoppa europea. La partenza di Leonardo nell’estate 2011 ha colto di sorpresa tutti in società, come se i quadri nerazzurri vivessero su Marte. La campagna acquisti conseguente non può nemmeno essere commentata, a parte Guarin; quella di quest’anno è stata puntata sul taglio degli ingaggi (operazione giusta e indifferibile) su uomini di esperienza, nella speranza di allestire una squadra in grado di vincere subito. Invece di un regista (Verratti, come indicato dal presidente) è arrivato Alvaro Pereira (e non gratis); è tornato Jonathan (errore con recidiva); per un mese si è trattato l’arrivo di Silvestre, che ha appena rifiutato il Genoa. E avanti così. Nel frattempo sono stati ceduti Sneijder (senza l’intervento di Moratti non si sarebbe risolto nulla) e Coutinho; Samuel è k.o.; la rosa si è indebolita; c’è una palese allergia agli acquisti funzionali al progetto e anche il feeling fra l’ambiente e l’allenatore non sembra più inossidabile. Un film già visto».