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Monti (corSera): «Kovačić, operazione Strama-Moratti. Intesa totale»

Dalle pagine del Corriere della Sera di oggi, Fabio Monti fa luce sul nuovo acquisto nerazzurro Mateo Mateo Kovačić: «Il sogno nerazzurro di aver trovato un campione vero vale 11 milioni più 3 di bonus e si chiama Mateo Kovacic, 19 anni da...

Lorenzo Roca

Dalle pagine del Corriere della Sera di oggi, Fabio Monti fa luce sul nuovo acquisto nerazzurro Mateo Mateo Kovačić: «Il sogno nerazzurro di aver trovato un campione vero vale 11 milioni più 3 di bonus e si chiama Mateo Kovacic, 19 anni da compiere il 6 maggio, con contratto in scadenza il 30 giugno 2017. Viene dalla Dinamo Zagabria ed era inseguito (a fari spenti) da mezza Europa: Chelsea, Manchester United, Real Madrid, Paris St. Germain. E non solo. Mercoledì mattina si è compiuto il blitz dell’Inter, che ha inviato a Zagabria Giuseppe Bozzo, il procuratore di Cassano e Schelotto e ha chiuso l’operazione a tempo di record.  L’acquisto di Kovacic è nato proprio dall’asse Stramaccioni- Moratti. Il tecnico interista segue il ragazzo, nato in Austria da genitori croati e tornato a Zagabria a 13 anni, prima ancora che diventasse titolare nella Dinamo Zagabria e non ha mai avuto dubbi sulle qualità del suo pupillo, al punto da parlarne più volte con il presidente. L’Inter aveva pensato a Paulinho, convinta che avesse l’età giusta per trasferirsi (24 anni), una notevole esperienza internazionale, il fascino del campione brasiliano. Quando si è capito che l’operazione sarebbe stata irrealizzabile, Stramaccioni ha riaperto il capitolo Kovacic, trovando un’adesione totale da parte del presidente. L’allenatore aveva segnalato da tempo l’evoluzione tecnico-tattica del ragazzo croato: è nato trequartista, trasformandosi poi in mezz’ala, ma Stramaccioni è convinto di aver trovato il regista che cercava da sei mesi, l’uomo da mettere davanti alla difesa. E lui ha confermato: «Sono un mediano». Forse ci vorrà un po’ di tempo per inserirlo, ma fisicamente ha la statura (m 1,80) e il fisico giusti per avere un buon impatto. In più parla tre lingue (inglese, tedesco e croato) e questo è solo un vantaggio. Le referenze sul giocatore sono buone, quelle sulle sue qualità morali sono ottime e non solo perché è religiosissimo. Le speranze sono tante. Avrà il numero 10 (in campionato), quello che era stato dato al più grande regista della storia interista, Luisito Suarez, anche se l a precocità della sua carriera ricorda quella di Mario Corso, esordiente in nerazzurro a nemmeno17 anni. Il presidente ha ritrovato il sorriso».