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Monti (CorSera): “Una notte da Inter. Juve sorpresa come il Barça…”

Fabio Monti del Corriere della Sera, fa la sua consueta analisi del giorno dopo sulla bellissima vittoria nerazzurra in quel di Torino:“Cade la Juve, dopo 49 partite e un campionato intero senza macchia. Ultima sconfitta: 15 maggio 2011, a...

Francesco Parrone

Fabio Monti del Corriere della Sera, fa la sua consueta analisi del giorno dopo sulla bellissima vittoria nerazzurra in quel di Torino:"Cade la Juve, dopo 49 partite e un campionato intero senza macchia. Ultima sconfitta: 15 maggio 2011, a Parma, con gol di Giovinco. È la notte dell’Inter, in fondo a una partita che è stata stranissima, nella preparazione, nello sviluppo, negli episodi, nella conclusione. La doppietta di Milito e il gol di Palacio, dopo il vantaggio di Vidal, hanno consegnato una vittoria a Torino che mancava in campionato dal 20 aprile 2005: questa volta ci sono riusciti infilando la nona vittoria consecutiva, Europa compresa, la settima in Italia, attraverso una storia iniziata a Verona, contro il Chievo, dopo il disastro contro il Siena. Adesso sono a un punto dai campioni d’Italia in carica e sarà difficile pensare di nascondersi ancora. Sembrava che tutto fosse facile per la Juve, in gol con Vidal, dopo appena 17’’, grazie anche alla clamorosa svista dell’assistente Fabiano Preti, che non ha segnalato il fuorigioco di almeno un metro di Asamoah, scattato oltre la linea nerazzurra per offrire il pallone al cileno. La colpa di tutto questo ovviamente non è della Juve, ma di Stefano Braschi, il designatore che non prepara né gli assistenti, né gli arbitri, come si è visto quando Tagliavento non ha sventolato il secondo giallo a Lichtsteiner, alla mezz’ora del primo tempo, al punto che è stato Alessio a sostituire l’esterno con Caceres, per evitare complicazioni. La Juve ha avuto in mano la partita per tutto il primo tempo, perché, detto dopo la vittoria interista, la formazione schierata da Stramaccioni, con il tridente pesante (Palacio-Milito-Cassano) è apparsa del tutto priva di equilibrio e inadeguata alle esigenze della gara. I bianconeri hanno avuto tre palle-gol, con un salvataggio prodigioso di Handanovic (di spalla) su Marchisio, che ha tirato da due metri. Il centrocampo nerazzurro dava segnali di inconsistenza e veniva saltato senza problema dagli juventini più organizzati, più reattivi, più concentrati, più forti anche nella corsa. L’Inter ha provato ad attaccare, ma in maniera troppo lenta, per mancanza di spazi vitali e alla fine è andata sempre a sbattere contro la linea bianconera. Palacio un gol l’ha fatto (di testa), ma in fuorigioco, la Juve però non ha mai avuto seri problemi nella fase difensiva. Sembrava che i bianconeri potessero gestire il vantaggio anche nella ripresa, in attesa del contropiede giusto, invece l’Inter ha trovato la forza, le geometrie e la serenità mentale per occupare la metà campo juventina e far perdere all’avversario il controllo del gioco. La Juve, un po’ come era capitato al Barcellona nella semifinale di San Siro di Champions League (20 Aprile 2010), è apparsa sorpresa di fronte a questa nuova situazione. Palacio ha provato a colpire, dopo aver superato in uscita Buffon (palla alta,7’), ma la svolta della gara è stato il rigore fischiato a Marchisio, per una trattenuta su Milito. Con Il pareggio in tasca (14’), Stramaccioni ha fatto quello che sarebbe stato utile fare a inizio gara: fuori Cassano e spazio a Guarin, che infilandosi nello spazio ha tirato in corsa: la respinta di Buffon è finita sul piede diMilito che ha firmato il vantaggio. La Juve ha cercato di arrivare al pareggio, ma la maginot nerazzurra, con l’aggiunta di Mudingayi per il Principe, ha costretto i bianconeri a tirare da lontano (Pirlo e Quagliarella) e non hanno avuto miglior fortuna i troppi cross dalla trequarti, dove Samuel e compagni hanno preso tutto. Quando sembrava che la pressione juventina potesse evitare la sconfitta è arrivato il contropiede di Nagatomo, che in qualche modo ha offerto il pallone a Palacio per il 3-1, che apre nuovi orizzonti all’Inter, in uno stadio in parte sconcertato per l’evento ormai insolito (la sconfitta), in parte riconoscente (la curva ha voluto i bianconeri sotto la curva per ringraziarli di quello che hanno fatto in 49 partite, che nello sport sono un’eternità), in parte (nerazzurra) ebbro di felicità. Se va avanti così, presto Stramaccioni soppianterà anche Mourinho nella fantasia dei tifosi interisti".