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Nuove ombre sul progetto Inter: servono 60 mln di plusvalenze e 4° posto. Ausilio…

L'analisi di Repubblica

Matteo Pifferi

La notizia era nell'aria ma ora è arrivata l'ufficialità: Walter Sabatini non è più il coordinatore dell'area tecnica di Suning e, con lui, anche Fabio Capello lascia la panchina del club. I motivi dell'addio di Sabatini sono ormai noti: dalla scarsa autonomia decisionale all'inversione di marcia di Suning sul mercato estivo scorso, quando 'tutti i piani di investimento sul settore calcio sono mutati perché così voleva il governo. Il proprietario di Suning, Zhang Jindong, è un fedelissimo del potere centrale, ormai fa anche parte dell'Assemblea Nazionale (l’unica camera del parlamento cinese, poco meno di tremila membri, una minoranza è composta da imprenditori miliardari come Zhang), quindi non può che piegarsi alla ragion di Stato'.

Nel frattempo Sabatini non riusciva a chiudere nessun colpo per via dell'austerity imposta dalla società. Da Pastore a Nainggolan passando anche per il no alla cessione di Teixeira al Corinthians, il rapporto tra Sabatini e Suning si è logorato nel tempo fino a terminare in questi giorni. Quali sono le prospettive per l'Inter? Repubblica racconta i movimenti di Ausilio che, con Asamoah, de Vrij e Lautaro, lancia 'segnali di non indispensabilità a Sabatini'. Tale rivoluzione getta nuove ombre al progetto Suning che, entro il 30 giugno, deve realizzare 60 milioni di plusvalenze. E senza Champions League le cose potrebbero anche peggiorare.

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