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Pandev: “Ricordo Inter-Juventus del 2010 e il gol di Maicon. La Champions…”

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L'ex attaccante macedone ricorda i suoi trascorsi in nerazzurro e una sfida in particolare contro la Juventus

Fabio Alampi

Goran Pandev, ex attaccante dell'Inter, in un'intervista concessa a DAZN ha parlato della sfida di questa sera contro la Juventus e dei suoi trascorsi in nerazzurro: "Con questa maglia sono felice perché abbiamo portato la Champions all'Inter dopo tantissimi anni. Era gennaio quando mi liberai dalla Lazio e firmai per l'Inter, il mio desiderio era quello di tornare perché l'Inter è la squadra che mi ha portato in Italia e sentivo di poter dare qualcosa di più, volevo dimostrare di poter giocare in prima squadra. Ho avuto un po' paura di non farcela, ma sono sempre stato consapevole delle mie qualità. Ogni giorno mi allenavo dando più del 100% perché sapevo che davanti c'era tanta concorrenza con grandi campioni, ma quando giocavi con loro era tutto più facile. Dovevi essere sempre concentrato perché la palla potevano dartela anche se non ti guardavano. Queste cose le fanno i giocatori speciali".

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"Mourinho? Quando sono arrivato mi ha chiamato personalmente. Mi ha detto che dipendeva da me, che giocava chi meritava e chi stava meglio. Inter-Juventus era una partita molto importante, per noi e per i tifosi. Ricordo ancora il gol segnato da Maicon nel 2010: c'era un calcio d'angolo, lui ha fatto uno stop col ginocchio, sombrero e tiro incredibile. Ho pensato: "Ma un terzino può fare cose del genere?". Maicon secondo me era il terzino più forte d'Europa, stava facendo grandissime cose. Alla fine l'ha chiusa Samuel Eto'o e abbiamo vinto meritatamente. Eto'o era un fuoriclasse, uno che aveva vinto tutto, un allenatore dentro, un campione. Ci dava tanti consigli, ci aiutava tanto. Quando si accendeva poteva vincere le partite da solo. Era anche una persona molto buona, importante, parlava di continuo ai nuovi dandoci una grandissima mano. Prima delle partite importanti come la finale di Champions ci faceva sempre il discorso prima di giocare, si prendeva tante responsabilità quando le cose andavano male. Ci diceva: "Ragazzi, passate la palla a me. Se la perdo e prendo gli insulti non è un problema". Di quell'anno ho tutte le maglie, rimangono sempre nel mio cuore. Vincere una Champions è il sogno di tutti, con questa maglia abbiamo fatto contento anche il presidente Massimo Moratti, che sapevamo quanto ci tenesse, e tanta gente che tifa Inter".

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