Nell'edizione odierna di Libero, la firma della redazione sportiva Matteo Pandini, prova a stare dalla parte di Gian Piero Gasperini, uomo secondo il giornalista, che merita altre chance, soprattutto quando pur di venire all'Inter ha accettato senza aprir bocca, i paletti dettati da Moratti. E poi se dobbiamo dirla tutta, nessun altro ha avuto la benedizione del profeta di Setubal, il Gasp decisamente si:
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Pandini: “Interisti perchè insultate Gasp? Dategli un’altra chance, lo merita”
Nell’edizione odierna di Libero, la firma della redazione sportiva Matteo Pandini, prova a stare dalla parte di Gian Piero Gasperini, uomo secondo il giornalista, che merita altre chance, soprattutto quando pur di venire all’Inter ha...
"L’interista è pessimista dentro: se sente profumo di fiori non pensa alla primavera ma si volta a cercare un carro funebre. Figurarsi dopo quattro pere rimediate in 45 minuti contro il Palermo. Il tutto dopo aver perso la Supercoppa italiana contro l’altra squadra di Milano che non è la Pro Sesto. Ecco, va bene essere delusi. Però Gasperini non merita la valanga di insulti delle ultime ore. Perché ha dimostrato anche delle qualità. Spieghiamo. Quella nerazzurra è la sua occasione, dopo una carriera senza grandi palcoscenici. Pur di arrivare ad Appiano ha accettato i paletti di Moratti: stipendio basso rispetto ai predecessori e nessun contratto per i suoi fedelissimi come Rampulla. È evidente che uno così darà tutto per meritarsi la chance. È un duro, Gasp. Ha carattere. Resistendo alle pressioni di tifosi e presidente sta insistendo col 3-4-3. È convinto che Zanetti e compagni possano assimilare il modulo e vincere. Però l’ex timoniere del Genoa dimostra pure umiltà. Riconosce gli errori, e non è così scontato. Contro il Palermo ha tolto Zarate dopo mezzora per mettere Sneijder. E poi. È noto che l’uomo di Grugliasco predica il 3-4-3, eppure non sono arrivati giocatori adatti. È colpa sua? A questo punto, forse, sarebbemeglio un 4-2-3-1 o roba simile. Anche San Mourinho, il primo anno, immaginava il 4-3-3 e quindi aveva cambiato scegliendo un “manciniano” 4-3-1-2 per poi plasmare la squadra del Triplete col 4-2-3-1. Verissimo: paragonare Gasp a Mou è blasfemo. Però Gian Piero ha avuto la benedizione del profeta di Setubal, che ne parlò bene. Non sarà così pirla da buttare la sua grande chance perundogma tattico. O no?
Ps: a Palermo la cosa più brutta vista in campo, peggio pure di J. Cesar, è stata la cravatta di Gasperini. Quella sì che è indifendibile".
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