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Pandini: “Interisti perchè insultate Gasp? Dategli un’altra chance, lo merita”

Nell’edizione odierna di Libero, la firma della redazione sportiva Matteo Pandini, prova a stare dalla parte di Gian Piero Gasperini, uomo secondo il giornalista, che merita altre chance, soprattutto quando pur di venire all’Inter ha...

Francesco Parrone

Nell'edizione odierna di Libero, la firma della redazione sportiva Matteo Pandini, prova a stare dalla parte di Gian Piero Gasperini, uomo secondo il giornalista, che merita altre chance, soprattutto quando pur di venire all'Inter ha accettato senza aprir bocca, i paletti dettati da Moratti. E poi se dobbiamo dirla tutta, nessun altro ha avuto la benedizione del profeta di Setubal, il Gasp decisamente si:

"L’interista è pessimista dentro: se sente profumo di fiori non pensa alla primavera ma si volta a cercare un carro funebre. Figurarsi dopo quattro pere rimediate in 45 minuti contro il Palermo. Il tutto dopo aver perso la Supercoppa italiana contro l’altra squadra di Milano che non è la Pro Sesto. Ecco, va bene essere delusi. Però Gasperini non merita la valanga di insulti delle ultime ore. Perché ha dimostrato anche delle qualità. Spieghiamo. Quella nerazzurra è la sua occasione, dopo una carriera senza grandi palcoscenici. Pur di arrivare ad Appiano ha accettato i paletti di Moratti: stipendio basso rispetto ai predecessori e nessun contratto per i suoi fedelissimi come Rampulla. È evidente che uno così darà tutto per meritarsi la chance. È un duro, Gasp. Ha carattere. Resistendo alle pressioni di tifosi e presidente sta insistendo col 3-4-3. È convinto che Zanetti e compagni possano assimilare il modulo e vincere. Però l’ex timoniere del Genoa dimostra pure umiltà. Riconosce gli errori, e non è così scontato. Contro il Palermo ha tolto Zarate dopo mezzora per mettere Sneijder. E poi. È noto che l’uomo di Grugliasco predica il 3-4-3, eppure non sono arrivati giocatori adatti. È colpa sua? A questo punto, forse, sarebbemeglio un 4-2-3-1 o roba simile. Anche San Mourinho, il primo anno, immaginava il 4-3-3 e quindi aveva cambiato scegliendo un “manciniano” 4-3-1-2 per poi plasmare la squadra del Triplete col 4-2-3-1. Verissimo: paragonare Gasp a Mou è blasfemo. Però Gian Piero ha avuto la benedizione del profeta di Setubal, che ne parlò bene. Non sarà così pirla da buttare la sua grande chance perundogma tattico. O no?

Ps: a Palermo la cosa più brutta vista in campo, peggio pure di J. Cesar, è stata la cravatta di Gasperini. Quella sì che è indifendibile".