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Pioli sull’Inter: “Non si può giudicare un allenatore per sei mesi. Scudetto? Vediamo ad aprile…”

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Il tecnico del Milan Stefano Pioli ha parlato dell'ottimo momento dei rossoneri, del suo stile, ma anche della sua esperienza passata all'Inter

Andrea Della Sala

Intervistato da Sportweek, il tecnico del Milan Stefano Pioli ha parlato dell'ottimo momento dei rossoneri, del suo stile, ma anche della sua esperienza passata all'Inter.

Le dà fastidio quando la chiamano Normal One?

"Al contrario, mi fa piacere. So che per normale si intende uno che ha voglia di crescere e migliorarsi sempre, allora lo sono. Faccio quello che ho sempre sognato, prima da giocatore, oggi da allenatore. E merito tutto quello che ho, ci metto tanta passione". 

Cosa le dà veramente fastidio?

"Quando non ci si impegna abbastanza per ottenere il massimo. È una cosa che mi fa imbestialire".

Al suo arrivo al Milan un hashtag di tendenza era #Pioliout. Si è sentito deluso o infastidito?

"Nel calcio non esiste equilibrio: o sei troppo bravo o sei troppo scarso. Ma non è così. Ho la bacheca vuota, ma sono convinto delle mie capacità. Perciò mi disinteresso di ciò che si dice all'esterno". 

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Dicono: Pioli non si conferma mai dopo una prima buona stagione. Così alla Lazio, all'Inter e alla Fiorentina. È un caso o c'è un filo conduttore?

"Delle tre, sono sicuro di avere delle responsabilità solo alla Lazio. È il mio rimpianto, perché il primo anno giocammo in maniera fantastica. Con l'esperienza che ho oggi avrei gestito in maniera diversa certe situazioni dentro la squadra. Non intervenni in maniera giusta per risolverle. L'Inter? Non si può giudicare un allenatore per sei mesi di lavoro, e il livello della Fiorentina era quello di dove l'ho lasciata. In generale rispondo che ci sono allenatori giovani che sono già completi, a me è servito più tempo. Oggi mi considero un tecnico adatto a qualsiasi squadra. E al Milan mi sento la posto giusto al momento giusto".

L'obiettivo realistico è la qualificazione alla Champions o si può pensare allo scudetto?

"A Milanello dobbiamo essere equilibrati e intelligenti: la stagione scorsa siamo arrivati a 12 punti dalla zona Champions e a 17 dalla Juve campione. Non è giusto pensare allo scudetto dopo 10 giornate. Dobbiamo solo avere il coraggio di continuare a crescere, essere ambiziosi e provare a vincere tutte le partite perché siamo il Milan e abbiamo qualità. Ad aprile vedremo dove saremo". 

Maldini ha detto che lei ha il marchio milanista. Per chi tifava da bambino?

"Papà tifava Inter, noi fratelli il Parma. Avevamo l'abbonamento allo stadio".

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