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Pogba sfrontato: “Voglio essere più di Pelè e Maradona, diventare come Lampard, anzi…”

In un'intervista rilasciata a Repubblica, Paul Pogba ha parlato molto di sè, tirando fuori i nomi di Pelè, Maradona, Messi, Ronaldo, Lampard e Michael Jordan

Dario Di Noi

"L’asso bianconero Paul Pogba, spesso al centro di importanti voci di mercato, si è concesso in una lunga intervista a Repubblica. Diversi i guizzi del numero 10 francese, che ha tirato fuori Pelè, Maradona, Messi, Ronaldo e pure Lampard e Michael Jordan per parlare di sé. Oltre a ciò, qualcosa lo ha detto pure sul suo futuro.

"Questi i suoi pensieri: "Se voglio diventare una leggenda? Come Pelé o Maradona. Anzi, di più. Una leggenda del calcio. Arroganza? Io non dico che sono il più forte, ma che voglio esserlo. Ho un problema: odio perdere. E poi mi piace essere originale, voglio fare quello che nessuno ha fatto mai. Io lavoro tanto perché voglio diventare perfetto e perché quando vinco sono felice. In Francia dicono che da due anni Pogba si è fermato? Lascio che la gente dica. I fatti sono altri: nel 2014 non ero nella top 11 della Fifa, nel 2015 sì. E nel 2016 ci sarò. In base ai sondaggi non sono tra i tre calciatori più amati di Francia? Non lavoro per essere il più amato, ma il migliore. Sono orgoglioso, ma non geloso né invidioso: se Lloris è il più amato, sono felice per lui. Avrei potuto fare meglio? Puoi sempre fare di più e meglio. Michael Jordan non ha forse ammesso di aver sbagliato tanto? L’importante è andare oltre. Non ero al mio livello, lo ammetto. Ma nemmeno la squadra lo era. Adesso sto bene, sto meglio, e alla fine mi sembra di aver aiutato la Juve a fare il massimo. O no? Dicono che mi pesasse il numero dieci? È un numero. Importante, soprattutto alla Juve. Ma un numero. Perchè una volta ho aggiunto il +5 con il pennarello? Perché quella mattina mi svegliai e pensai: voglio scrivere +5 sulla maglia con il pennarello. Nessun significato? No. Era semplicemente una cazzata. Quando la Juve si spaccò tra vecchi e giovani, da quale parte sono stato collocato? Secondo lei? Nel calcio non esiste gioventù o vecchiaia, esiste l’esperienza. Io sono giovane, ma ne ho. E comunque io do sempre il massimo, do tutto, perché prima viene la squadra: quello che faccio, lo faccio per aiutarla. Dire 'voglio essere il numero uno' in uno sport di gruppo non è egoismo? Se Messi segna è egoista? No, più sei forte più aiuti la squadra. Ronaldo non vuole mai saltare un minuto? Ha obiettivi altissimi, è ambizioso, vuole battere i record, vincere palloni d’oro. Questo non è egoismo. In cosa devo ancora migliorare? A volte gioco bene, a volte male: è per questo che mi arrabbio. Odio sbagliare, ma sbagliavo di più quando giocavo per strada, e facevo esattamente le cose che faccio adesso. Migliorare è sbagliare meno: si chiama esperienza, appunto. A 23 anni ho già vinto? Quattro scudetti. Solo quattro. Non bastano per la mia ambizione. Ero così già da piccolo, mi davano del pazzo ma è la mia natura. Io voglio scrivere la storia, diventare il più forte centrocampista di sempre. Più forte di chi? Di Lampard. Il centrocampista che voglio essere è quello che sa fare tutto e lo sa fare al top: tirare, dribblare, segnare, difendere. Voglio diventare come Lampard, ma di più. A 23 anni ho già guadagnato tanto? Non abbastanza. Avido? No, stavo bene anche prima. So che i soldi vanno e vengono e sarei ipocrita se dicessi che non averne è uguale, ma per me sono la conseguenza del tuo lavoro: più sei forte, più guadagni. Ronaldo merita quello che prende, mica ruba. Nel mio futuro cosa c’è? Battere il Carpi. Poi vincere la Coppa Italia. Poi vincere l’Europeo in Francia. E poi, rimanere alla Juve? Ho un contratto, non è che posso svegliarmi la mattina e andare in Inghilterra. Chiedete a chi si occupa di questo. Per me il calcio è quello che si gioca. E io sono quello che fa i gol, che vuole vincere, che si pettina così, che balla: sono questi i miei argomenti. Io sono la Pioche, come mi chiama mia mamma pensando a quel comico francese che riesce sempre a convincere la gente a fare quel che vuole lui. La Juve può farle vincere la Champions? Quattro anni fa quando ci sorteggiarono col Bayern pensammo: è finita. Stavolta abbiamo pensato: possiamo batterli. Campionato italiano troppo facile? Facile? È più duro, è tutto tattica, non hai spazi. In Europa ti fanno giocare, anche se poi vince chi si difende: guardate l’Atletico. Sento la pressione di un Europeo giocato in casa? La pressione non so cosa sia. Il calcio è istinto, Messi è istinto, io gioco di istinto: se vedo un buco, cerco di buttarmi dentro, senza pensare".

"(Repubblica)

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