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Serie A, dai tamponi alla sanificazione e al ritiro: tutte le procedure per ripartite in sicurezza

Si discute sulla possibile ripartenza, ma prima bisognerà approfondire tutti quei procedimenti necessari per rendere sicuro ambienti per i giocatori

Andrea Della Sala

Non si sa ancora se la Serie A potrà ripartite e soprattutto quando, ma sono già parecchi gli scontri tra le parti in causa. Domani ci sarà un'altra riunione in Figc, ma sono parecchi i temi da chiarire e le procedure da seguire per garantire la sicurezza di giocatori, allenatori e staff.

SANIFICAZIONE - "Domani la commissione Figc proverà a disegnare il percorso. Che parte dalla parola sanificazione. Sanificazione delle strutture in cui i club si allenano. L’ultimo decreto del Presidente del consiglio prevede che «previa comunicazione alle prefetture», questa operazione sia consentita. Anche se si è in attesa del chiarimento definitivo, questa norma consente di effettuare la prima operazione, propedeutica a tutto il resto. La seconda fase è sicuramente lo screening. I calciatori si sottoporranno a una sorta di «nuova idoneità». Saranno effettuati test molecolari, sierologici, esami del sangue. Ma il protocollo sarà diverso per i positivi e guariti visto che c’è da valutare l’effetto dell’infezione, soprattutto sull’apparato respiratorio e cardiovascolare", spiega La Gazzetta dello Sport.

TAMPONI - "Dopo settimane drammatiche per quanto riguarda la possibilità di effettuare l’esame per la popolazione, e soprattutto per il personale sanitario, si spera di poter arrivare molto presto a una normalizzazione. Cioè alla possibilità che l’esame sia a disposizione di tutti. «Ma ci sono ancora criticità – dice Giuseppe Palaia, medico del Lecce –. Io faccio un discorso da medico prima ancora che da medico sportivo. E ricordo che anche tre medici sociali sono risultati positivi al coronavirus. Comunque i tamponi non li compri in farmacia, li danno le unità di crisi. E i calciatori naturalmente sono cittadini come tutti gli altri». Palaia ritiene il progetto di ripartire a maggio «precipitoso»".

RITIRO - "Il punto centrale del protocollo sarà il ritiro in un «luogo chiuso» delle squadre. Intendendo per squadre tutto il personale: tecnici, medici, fisioterapisti, magazzinieri. In pratica, le squadre come le famiglie che oggi sono dentro casa. Nessun contatto all’esterno. Tutto questo almeno nella prima fase, cioè quella della ripresa degli allenamenti. Il problema nasce dal fatto che non tutti i club, almeno la metà della serie A e tutti quelli della B, non hanno foresteria nei centri sportivi dove si allenano. Per non parlare della Serie C tanto che Francesco Ghirelli, presidente di Lega Pro, nota che «per fine maggio inizio giugno noi non saremmo pronti. C’è un problema di struttura medica per fare i controlli e di costi".

SPOGLIATOI - "In una prima fase, è del tutto probabile che non si utilizzino gli spogliatoi o gli spazi comuni al chiuso. Che ognuno si faccia la doccia e si cambi per conto suo. Fra l’altro, su questo argomento, la Federazione medico-sportiva non ha ancora diffuso le sue linee guida come invece è accaduto per gli esami e le analisi da fare. Per questo, la riunione in programma domani affronterà soltanto l’inizio della tabella di marcia. Cioè le modalità per riprendere gli allenamenti, la prima fase, quella in cui si potrà rispettare la cosiddetta «distanza interpersonale»", conclude Gazzetta.

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