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Prosinecki: “Dzeko è un top: Inter, non è un passo indietro rispetto a Lukaku”

Getty Images

Le dichiarazioni dell'ex calciatore e CT della Bosnia Rorbert Prosinecki sul nuovo attaccante dell'Inter Edin Dzeko

Alessandro De Felice

Robert Prosinecki, ex calciatore croato e con un passato da commissario tecnico della Bosnia, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de' La Gazzetta dello Sport per parlare di Edin Dzeko, nuovo attaccante dell'Inter.

"Penso che sia stata una scelta meditata: non è vero che l’Inter si è fatta prendere alla sprovvista, quanti attaccanti con qualità superiore a Edin ci sono oggi in circolazione? Io ne vedo pochi. E allora guai a sottovalutare questo acquisto: hanno preso un top, uno che sa giocare con tutti i partner d’attacco».

Sì, ma anche a 35 anni sarà ancora lui?

"Nel calcio di oggi si vedono sempre più giocatori resistere fino a quella età. Dzeko ha conservato il proprio fisico al massimo. L’ultimo non è stato il suo miglior anno per ragioni esterne, ma ora da lui io mi aspetto una stagione super. Se poi lui è felice fuori dal campo, lo è anche dentro".

E a Milano sarà felice?

"Nelle scelte delle sua carriera grande influenza hanno sempre avuto la moglie e i figli. Si sono sempre sentiti bene a Roma, ma penso che saranno tranquilli anche a Milano".

Ma rispetto a Lukaku è un passo indietro per l’Inter?

"Per me no, sono semplicemente due campioni diversi. Uno è più forte fisicamente, quando si gira e parte non lo tieni più, ma anche Edin col fisico si fa sentire: provate voi a togliergli la palla in un corpo a corpo? Semmai, è un giocatore più di tocco, che sa usare la tecnica nello stretto, ma questo lo avete visto da vicino in tutti questi anni in Italia. Per molti anni è stato il giocatore più decisivo della Roma".

Come farà a entrare nei cuori di tifosi così delusi e scettici in questo momento?

"Facendo quello che sa fare: assist, gol, giocate di qualità. Questo basta, credetemi".

Adesso lo aspetta il 9 nerazzurro: peserà sulle spalle?

"Ma per me è un 9 e mezzo, un 9 che tende al 10. Un attaccante completo che può aiutare anche Lautaro ad avvicinarsi alla porta. Lui ha la capacità di migliorare anche gli altri, non è da tutti".

Che ricordi ha del tempo trascorso insieme nella Bosnia?

"Era il capitano della squadra, ma pure qualcosa di più: un riferimento per tutti, anche per me. Più che una partita, ricordo il nostro rapporto che ancora continua. E per questo sono felice dei suoi successi".

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