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Ravezzani: “Conte si lamenta per giustificare gli insuccessi. Ha un’ansia che lo attanaglia: non riesce…”

L'editoriale su Tuttosport del giornalista sull'allenatore dell'Inter

Alessandro De Felice

Sulle pagine di Tuttosport, Fabio Ravezzanitorna a parlare dell'allenatore dell'Inter Antonio Conte nel suo editoriale.

"Tante idee, pochi soldi. Antonio Conte sintetizza così il mercato dell’Inter e forse non si rende conto di aver espresso la formula ideale per operare bene. Diffidare sempre di chi affronta le trattative con gli ingredienti opposti: vale a dire tanti soldi e poche idee. Il fallimento è assicurato. Avere tante idee e pochi soldi induce a operare bene, a riflettere, a non creare false aspettative. Dovrebbe essere contento, l’allenatore. E invece no: resta pesante sull’Inter l’ombra lunga dell’insoddisfazione di Conte. Vuole tanto, possibilmente tutto e lo vuole subito".

Per Ravezzani le parole di Conte sono una giustificazione: "Da inizio stagione le lagnanze del tecnico sono state costanti, dalla prima sconfitta in poi. E non c’è passo falso della squadra (fortunatamente pochi) che non sia stato accompagnato dal solito motivo. Suonala ancora, Antonio: «Siamo gli unici a non aver rafforzato la rosa, abbiamo solo sostituito, siamo pochi, non abbiamo esperienza. Gli altri, invece...» . Il refrain è perfetto per tutti (proprietà a parte, ovviamente). Pretendere rinforzi e sottolineare i limiti della squadra trova consenso anzitutto tra i tifosi (e chi si sogna di chiedere ai dirigenti di spendere poco?) ma soprattutto giustifica qualsiasi insuccesso. Poco importa se il 90% delle squadre affrontate dall’Inter in campionato possa dire la stessa cosa (Atalanta, Roma, la stessa Lazio, Samp, Genoa, Napoli, tanto per citare qualcuno). Si può migliorare anche vendendo costantemente i calciatori migliori. L’importante è contare su dirigenti capaci e un allenatore bravo: e tutto questo l’Inter ce l’ha".

L'Inter deve fare attenzione a non ripetere più operazioni come quella di Radja Nainggolan: "Ma l’Inter possiede anche una pericolosa ansia che attanaglia il suo tecnico. Conte non riesce a pianificare il medio periodo. E’ abituato a vincere già al primo anno, anche a costo di perdere nel secondo: «Vivo qualsiasi sconfitta come un lutto», ha ammesso. E questo lutto lo porta a chiedere sempre, anche a costo di compromettere la crescita costante che ha contraddistinto il club nerazzurro. Prendiamo Vidal, per esempio. Conte voleva lui e solo lui, perché in grado di migliorare immediatamente il rendimento dell’Inter. Ma ha senso obbligare a realizzare una dispendiosissima operazione (15-20 milioni al Barcellona più almeno 6 a lui per 3 stagioni) quando il cileno è alla soglia dei 33 anni? E se per caso, ipotesi non peregrina, l’Inter finisse seconda in campionato e non vincesse l’Europa League? Il tifoso medio la pensa come Conte, certo. Il dirigente avveduto, però, deve pensare anche al futuro. E lo stesso deve valere per l’allenatore, soprattutto quando ci sono risorse limitate. L’Inter sta ancora pagando a caro prezzo l’operazione Nainggolan, che era nata sotto gli stessi auspici. Spalletti lo voleva subito per dare una svolta alla stagione: si è visto com’è andata a finire. Ecco, se l’Inter adesso avesse tanti soldi e poche idee, forse Vidal sarebbe già ad Appiano. Invece, avendo molte idee e pochi soldi sta pianificando l’operazione Eriksen. Probabilmente non sarà pronto come Vidal, ma a 26 anni garantisce tante vittorie in più nelle stagioni future. Ci pensi, Conte. Con un pizzico di ansia in meno si vive meglio e, soprattutto, di più…"

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