Oggi Repubblica analizza i motivi delle difficoltà dei club italiani in campo internazionale. La sconfitta della Juve è solo l'ultima delle tante delusioni raccolte dai club italiani in Europa. "Siamo appena a marzo e Jorginho è rimasto l’unico calciatore italiano a poter sperare di vincere la Champions League. È la fotografia di un sistema in crisi, che non è più in grado di produrre talento ad altissimo livello. Solo otto mesi fa la vittoria degli azzurri a Wembley aveva illuso che il “rinascimento” fosse iniziato. Ancora una volta la Champions la guardiamo dal divano".
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Repubblica – Calcio, il sistema Italia affoga e crescono le perdite. I settori giovanili…
Il quotidiano analizza le difficoltà del calcio italiano che in Europa fatica a imporsi coni propri club
"Delle 30 formazioni che abbiamo iscritto alla coppa dal 2012 a oggi, solo 8 hanno raggiunto i quarti: il Milan, l’Atalanta, la Roma poi semifinalista e cinque volte la Juve, unica arrivata fino alla finale (due volte). Una miseria. E il trionfo manca dal 2010. Dal 2017 a oggi siamo il campionato che ha speso di più dopo la Premier, per importare giocatori: 3,1 miliardi gli investimenti sul mercato estero, con un saldo negativo di oltre 900 milioni. Ma sono soldi spesi male, se in Europa non ci hanno portato che qualche sporadica emozione in Europa League – la finale dell’Inter nel 2020, la semifinale della Roma un anno fa – senza lo straccio di una coppa".
"Nel frattempo crescono le perdite, ormai oltre il miliardo e 400 milioni, e nemmeno la pandemia ha suggerito un’inversione di tendenza. Oggi, in Serie A, gli stipendi superano spesso i ricavi, mentre i settori giovanili sono i più “cari” d’Europa. Non per gli investire in strutture, ma nel mercato dei giovanissimi: in Primavera, un giocatore su 3 è straniero. Pazienza se così lo spazio per i 17enni gli italiani si riduce".
(Repubblica)
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