Mazzarri promette sudore e lacrime, La Repubblica di oggi lo presenta così: «È un ottimo allenatore che corona un sogno cullato da almeno due anni, ma non un oratore ai livelli di Josè Mourinho. Così, alla prima uscita da interista, Walter Mazzarri si trascina dietro una personalissima coperta di Linus per stemperare lo stress da esordio: due foglietti con gli appunti sulle cose principali da dire, e in cima a un foglietto c’è scritto a penna, bello maiuscolo e sottolineato: «Rispetto dei ruoli», poi, aggiunto col pennarello, «e delle regole». Bersaglio centrato, non c’è che dire. Lui viene da lontano profonda da american dream: le giovanili, poi l’arrampicata dalla C2 alla C1 alla B, infine la A, e lì la lotta per la salvezza, poi quella per la zona Uefa e infine la Champions,insomma conosce ogni spuntone di roccia ed è uno che sa dove si trova, e perché. Quindi sa benissimo perché l’hannochiamato all’Inter, e quali sono i problemi che i suoi predecessori (cinque nel dopo-Mourinho) non hanno saputo risolvere: l’eccesso di autogestione, e come conseguenza una certa mollezza negli allenamenti. Moratti voleva un sergente di ferro e un ginnasiarca, così ha scelto Mazzarri».
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Repubblica: «Ecco perché Moratti ha scelto un ginnasiarca come Mazzarri»
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