Sarà un mezzogiorno (e mezzo) di fuoco solo per il Genoa, che dopo un campionato in apnea potrebbe festeggiare la salvezza.A patto però che il Grifone contro l’Inter ottenga una vittoria, evento che in campionato non si verifica da quasi 19 anni (6 novembre 1994, 2-1 con reti di Van’t Schip, Delvecchio e Ruotolo). Le condizioni per l’impresa sembrerebbero esserci tutte,e non solo per la legge dei grandi numeri: troppo differenti le motivazioni, ad esempio, tra una squadra che può finalmentesalvarsi e di fronte al proprio pubblico (ingresso gratuito per le donne e gli under 12) e una che non ha più salvezze possibili,perché è fuori da ogni obiettivo al termine della stagione più triste degli ultimi sessantasei anni.
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Repubblica – Genoa alla ricerca della A, l’Inter della faccia…
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L’Inter e Stramaccioni hanno perso 6 delle ultime 7 gare e sono ormai interamente ripiegati su se stessi, in attesa che tutto finisca e si possa pensare al futuro, del quale non v’è certezza. Il tecnico, che nonostante le conferme del club viene ritenuto dai più ancora pesantemente in bilico, annota laconico: «Conta solo l’Inter. Dobbiamo finire bene la stagione, poi deciderà Moratti. Per il futuro bisogna perfezionare e migliorare, non buttare tutto per aria. Poi se il presidente decidesse di mandarmi via perché ha individuato in me il problema, lo ringrazierei lo stesso dato che mi ha regalato la Serie A. In ogni caso il progetto-Inter andrà avanti».
Sono le parole di chi sa già che l’avventura sta per finire? La logica lo suggerisce, comunque lo scopriremo presto. Intanto tornano a disposizione Cassano e Nagatomo, ma le assenze tra infortuni e squalifiche sono ben 15: tristezza, per favore vai via. Tutt’altro spirito, si suppone, al Genoa, dove mancano soltanto in cinque (Rossi, Bovo, Jorquera, Ferronetti e Olivera), sono da valutare le condizioni di Kucka e Matuzalem e Ballardini rilascia le stesse dichiarazioni dei suoi colleghi che nelle ultime settimane hanno incontrato l’Inter: «Siamo serenamente convinti che ci attende una partita difficile e combattuta.
Non mi fido dell’Inter piena di assenze, è pur sempre una grande squadra. Certo che però sarebbe bello festeggiare la salvezza davanti al nostro pubblico».
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