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Repubblica – Juve con un turn over minimo Si pensa al Bayern ma…

La tentazione è di sbirciare oltre la siepe. Oltretutto a San Siro l’erba è anche mezza di plastica, quindi come può la Juventus subire la fascinazione di un derby d’Italia quando al di là c’è l’attraente potenza di un sogno...

Francesco Parrone

La tentazione è di sbirciare oltre la siepe. Oltretutto a San Siro l’erba è anche mezza di plastica, quindi come può la Juventus subire la fascinazione di un derby d’Italia quando al di là c’è l’attraente potenza di un sogno d’Europa? «E noi sappiamo che i sogni hanno una possibilità bassissima di realizzarsi, però c'è sempre la speranza che succeda», e dunque è inevitabile che i bianconeri a Milano rischino di sentirsi di passaggio, perché poi l’indomani già si parte per Monaco e sarà un attimo sentirsi il sogno tra le dita.

Certo, Conte dice cose sagge, ha preparato lo slogan adatto alla circostanza: «La partita della vita, quella con la P maiuscola, è la prima che viene, quella con l’Inter». Ma non è così, lo sanno tutti e lo sa anche l’allenatore: oggi non è una questione di vita è men che meno di morte, oggi è solamente una trappola, un tranello, forse persino un fastidio. Se Conte, come ama dire lui, ha drizzato le antenne e le ha orientate verso il Meazza, è perché ha avvertito troppi sguardi che già si stavano spingendo oltre.

È inevitabile. Succede, è sempre successo, sempre succederà. «Io cerco di prendere insegnamento dalle mie esperienze digiocatore. Ho vinto e perso campionati che sembravano già persi e vinti con grande anticipo. Ci ricordiamo di Perugia? Pensiamo a confermarci in Italia, che già sarebbe straordinario. E poi dedichiamoci al sogno».

In verità, la Juve ha oramai ambizioni non così eteree, non così oniriche. La Champions ha un magnetismo concretissimo,logico che i bianconeri ne vengano attratti. E se oggi il Bayern potrebbe già vincere matematicamente il titolo con due mesi (due mesi!) d’anticipo, i bianconeri hanno messo da parte riserve abbondanti cui ricorrere in caso di carestia. Conte, però, assicura che da qui a maggio la sua squadra non viaggerà al risparmio: «Se pensi a gestire, rischi solamente di fare dei danni, e poi ti viene il braccino. Non fa parte della nostra filosofia, della nostra mentalità. Giochiamo per vincere. Lo farà anche l’Inter, che ha dimostrato di saper battere chiunque ed è stata la prima a vincere a casa nostra: sarà una bella partita, aperta».

Però conserva l’iniziale minuscola: in definitiva, dopo Calciopoli non sono mai più tornate quelle sfide totali di un tempo. Prima non era competitiva la Juve, adesso non lo è l’Inter: ci sono distanze, dunque non ci sono paure. E se si è perso un po’ di fascino, sono anche sgocciolati molti veleni.

«I soldatini di Cassano? Parentesi aperta e chiusa. Importa solamente il campo, il resto sono fesserie», fa Conte emarginando l’ultima, e neanche freschissima, polemica. «Potrei anche allenare l’Inter, un giorno: sono un professionista, mai dire mai. Lo ripeto un’altra volta, per chiarezza: io sono juventino, ma soprattutto sono tifoso delle squadre che alleno. Se mi trovassi sulla panchina del Milano dell’Inter, diventerei il primo tifoso di quelle squadre. Questa si chiama professionalità, anche se poi qualcuno ci gioca un po’ su per sminuirmi, per attaccarmi o per farmi odiare ancora di più dagli avversari. Se volessi fare il tifoso, prenderei le bandiere e andrei in curva».

Prima di saltare la siepe, e per dare un senso alla supposta partita della vita, Conte si affiderà a un turn over minimo, essenziale, segno che la gara con l’Inter viene senz’altro presa in grande considerazione: posto che Vucinic è rimasto a Torino con la febbre (e Isla per la stanchezza, ma tanto non gioca mai), in vista di Monaco tra i titolari dovrebbero riposare solamente gli esterni, cioè Lichtsteiner e Peluso, rimpiazzati da Padoin e Asamoah, che ultimamente è sceso di un posto nelle gerarchie.

In attacco si alterneranno Giovinco, Matri e Quagliarella, che hanno le stesse chance di partire dall’inizio. In ogni caso, la formazione sarà molto vicina a quella migliore, anche se il livello massimo verrà riservato per l’Allianz Arena, oltre la siepe di San Siro.