ultimora

Repubblica: “Livaja come Calloni. E ora c’è quest’idea pessima di…”

Andrea Sorrentino de La Repubblica analizza la gara di ieri tra Inter e Genoa terminata con uno striminzito 1-1, che non serve a nessuna delle due squadre. I nerazzurri perdono ulteriormente terreno dalla Juventus a +9, e vengono superati in...

Francesco Parrone

Andrea Sorrentino de La Repubblica analizza la gara di ieri tra Inter e Genoa terminata con uno striminzito 1-1, che non serve a nessuna delle due squadre. I nerazzurri perdono ulteriormente terreno dalla Juventus a +9, e vengono superati in classifica dalla Lazio"Gira voce che Egidio Calloni e Luther Blissett trascorreranno il Natale bofonchiando, rosi dall’invidia: il gol che Marko Livaja fallisce al 90’ di Inter-Genoa - palla colpita a un metro dalla porta vuota su assist di Milito, e palo pieno - oscura d’un colpo, e proprio nello stadio che fu teatro delle loro imprese, il buon nome che quei due centravanti si erano faticosamente costruiti, a forza di erroracci ormai passati in proverbio. Nel compiere simili scelleratezze bisogna essere sommamente dissennati e in egual misura sfortunati, ma l’episodio è l’unico in cui questa Inter stremata e slabbrata possa chiamare in causa la ria sorte: l’1-1 col Genoa non fa una piegolina. I penultimi in classifica giocano una gara ordinata e persino incisiva nel primo tempo, cedendo metri nella ripresa solo perché entrano in riserva di energie. Invece di dissennatezze ed errori di misura la gara dell’Inter è ricchissima, confermando le impressioni negative che dalla sconfitta di Roma avevano ricavato i più attenti: la squadra è sulle ginocchia, muove palla a ritmi balneari, ansima in ripiegamento e ha smarrito la brillantezza nelle giocate offensive.

Il risultato è un’altra delusione in questa terribile serie di sette gare dopo il trionfo di Torino, datato 3 novembre: quellasera l’Inter era seconda a -1 dalla Juve e a + 4 sul Napoli, +6 sulla Fiorentina e +8 sulla Lazio, mentre ora il secondo posto èdella Lazio, la Juve è schizzata a +9 («Forse 9 punti sono troppi,ma sono sicuro che ripartiremo», il mesto auspicio di Moratti)e le altre sono tutte addosso. Stramaccioni, stremato anche lui, ammette: «Periodo difficile. La sosta arriva a proposito». La densità della nebbia sopra San Siro in una giornata da lupi (0 gradi e umidità vicina al 100%) è la facile metafora dellaconfusione e della stanchezza che ottenebrano i nerazzurri, protagonisti solo di un discreto avvio che dura 10’, cioè l’autonomiagarantita da Cassano che smazza un paio di palloni interessanti in area, e la beffa è che Moratti arriva allo stadio proprio intorno al 10’, quando il meglio c’è già stato. Ma palla a Cassano e cross è l’unico schema possibile, ed è evidente appenail Genoa alza le cadenze: Tozser palleggia senza pressione, Kucka e Bertolacci stantuffano felici asfaltando Alvarez (che uscirà presto, infortunato e fischiatissimo) e Gargano, i difensori si assestano e non rischiano nulla. Il centrocampo interista non morde mai e non costruisce, neanche (figuriamoci) con l’ingresso di Pereira. Sofferenza e imbarazzi invece, pure contro il Genoa: Handanovic vigila su Immobile, Vargas è impreciso dalla distanza, l’Inter non esiste.

Come di consueto, l’allenatore con le sostituzioni prova a sprimacciare la squadra, e nella ripresa ecco Chivu regista di centrocampo. Inter appena migliore, Genoa che arretra, ma Palacio mostra tutto il suo appannamento due volte, al 2’ (alto) e al 6’ (tiro su Frey), sbagliando sugli assist di Milito. Quella del 6’ su Palacio rimane l’unica vera parata di Frey, perché di altri rischi non ne corre: nessuno dell’Inter è fisicamente in grado di saltare l’uomo. E’ invece un’Inter ancora slabbrata quella che subisce, annaspando dopo palla persa da Gargano, il contropiede che Immobile trasforma nell’1-0, dopo aver saltato netto Ranocchia (errore grave: concede l’ingresso in area) e bucato di punta Handanovic, per una volta friabile. Assalto finale col 4-2-4 e pareggio quasi casuale, che arriva da un cross alla cieca e a palombella di Cassano su cui si inserisce Cambiasso: per una volta il monumentale Granqvist è fuori area e il colpo di testa dell’argentino vale l’1-1. Poi l’anima di Calloni trasmigra in Livaja e il pareggio rimane inchiodato lì. Ora l’Inter se ne va dieci giorni in vacanza, più di ogni altra grande: a occhio, una pessima idea".