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Repubblica – Mercato dell’Inter pagabile da luglio: ecco come. Su Lass Diarra…

Con l’aria di chi le sta combinando grosse e se ne compiace, Erick Thohir e Roberto Mancini si sono abbracciati ieri alla Pinetina, poche ore dopo lo sbarco del presidente indonesiano in Italia. Ciò che sembrava impossibile fino a un paio di...

Alessandro De Felice

Con l’aria di chi le sta combinando grosse e se ne compiace, Erick Thohir e Roberto Mancini si sono abbracciati ieri alla Pinetina, poche ore dopo lo sbarco del presidente indonesiano in Italia. Ciò che sembrava impossibile fino a un paio di mesi fa, adesso è realtà: l’Inter è la regina del mercato, anzi ormai l’imperatrice, e le altre schiumano rabbia. L’ultimo colpo, il centrocampista Marcelo Brozovic dalla Dinamo Zagabria (oggi il nazionale croato, classe 1992, assisterà a Inter-Torino, da domani si aggregherà alla squadra dopo le visite mediche), ha gettato nello sconforto più d’uno, anche perché l’Inter nel frattempo ha messo le mani su un altro ventiduenne di valore, il difensore colombiano Jeison Murillo del Granada, e prima o poi otterrà i servigi anche di Lassana Diarra, e intanto dà un’occhiata pure alle scalmane di Lavezzi al Psg perché se capitasse l’occasione a fine gennaio...

Insomma, un massacro: le altre grandi d’Italia sono attonite, preoccupate, indispettite o furiose a seconda dei momenti, o degli sbalzi d’umore. E si tratta di tutti colpi a costo zero o pagabili da luglio in poi, come da strategia delle ultime settimane: il club rinvia gli esborsi a quando avrà più liquidi in cassa (li otterrà attraverso l’emissione di bond o all’ingresso nelle borse asiatiche, se non con le cessioni di alcuni big come Icardi, Hernanes, Kovacic o Handanovic) e perché teme che tra le sanzioni dell’Uefa ci possa essere anche un blocco del mercato, quindi meglio portarsi avanti col lavoro. Di queste e altre vicende, finanziarie e non, si occuperà Thohir nei suoi giorni italiani, che al solito non saranno molti: mercoledì ripartirà per altri lidi. Ma al tempo stesso, se anche il futuro appare dolcissimo, c’è un presente di cui tener conto, e il presente si chiama Torino, a San Siro. Dato che l’Inter nel girone d’andata ha pescato ben poco nel suo stadio (appena 15 punti in 9 partite) le insidie ci sono eccome, e Mancini avverte: «È arrivato il momento di cambiare. Inutile fare tabelle, siamo dietro e dobbiamo rincorrere: non possiamo sbagliare né permetterci passi falsi, noi ci crediamo». L’aveva detto anche prima di Empoli, poi si sa come andò: «Ma può capitare di subire un avversario, siamo in serie A. È stato importante piuttosto andar via da lì con un punto, che magari in futuro ci tornerà utile: se non puoi vincerla, almeno non perderla, dicevano gli allenatori di una volta». 

Campagnaro si è fermato, Ranocchia torna a disposizione. Uno tra Podolski e Shaqiri partirà dalla panchina, a centrocampo manca Medel. Una sola opzione, per continuare a credere nel terzo posto: la vittoria. Thohir lo vuole, e osserverà attentamente i progressi dell’Inter del Mancio.