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Repubblica – Roma sublime e più tecnica. Inter impotente…

È la notte in cui la carrozza, puf, ridiventa una zucca. L’Inter era un soufflé, un’illusione, un romantico abbaglio in questi tempi di fine ciclo, fine corsa. È la magnifica Roma di Totti e Rudi Garcia, travestita da mezzanotte, a...

Francesco Parrone

È la notte in cui la carrozza, puf, ridiventa una zucca. L’Inter era un soufflé, un’illusione, un romantico abbaglio in questi tempi di fine ciclo, fine corsa. È la magnifica Roma di Totti e Rudi Garcia, travestita da mezzanotte, a interrompere il sortilegio e a svelare la nuda verità, cogliendo la settima vittoria su sette di questo campionato, la terza consecutivaa San Siro in 13 mesi. Anche stasera la Roma rimarrà prima in classifica: col suo calcio semplice e straordinariamentetecnico per questa serie A, con un Totti che se continua così davvero può pensare a non programmare ferie per giugno 2014, continua a non prendere gol e a segnarne in media quasi tre a partita.

Tre ne infila all’Inter in 44 minuti di geometrica potenza, e tutti rovesciando il fronte in pochi istanti, a dimostrazione di meccanismi perfetti. Mazzarri e l’Inter tornano tra noi mortali: la ricostruzione si interrompe, frustrata da un modulo troppo difensivo che è buono per ritrovare fiducia ma non per far male alle migliori del campionato. Forse presaga di dover affrontare un avversario temibile, e inconsciamente rassegnata ad accettarne la superiorità tecnica, l’Inter parte con l’arma cui di solito ricorrono i più deboli: il pressing alto. Alvarez e Palacio guidano l’aggressione nella trequarti romanista, per accorciare il campo e scaraventare sotto il tappeto i timori. La Roma sembra smarrire l’aplomb, muove con difficoltà il pallone, perde qualche tackle robusto, spende un paio di cartellini gialli. Tutto illusorio.

I moduli sono punti di partenza teorici, buoni per redigere tabellini sui giornali: in realtà l’Inter si adatta sovente con la difesa a quattro (Pereira scala) per contenere gli spunti di Gervinho mentre di là De Rossi funge spesso da difensore centrale, e schiacciandosi blinda l’area ma concede qualche varco ai 16 metri: così Taider ha un buon destro all’11’, De Sanctis blocca. L’Inter cala la maschera in fretta: è solo ardore, e niente peso offensivo. La Roma è anche tecnica sublime e ha attaccanti di un certo valore, a cominciare dal 37enne col numero 10, così le conviene aspettare sbavature altrui. Basta la prima, di Ranocchia, al 18’: rinviaccio svirgolato e la Roma si trasforma in un cobra. Balzaretti-Florenzi-Gervinho in tre secondi netti, Totti aspetta ai 20 metri e calcia al volo con un esterno collo destro che solo lui, la palla rimane miracolosamente a un palmo da terra e muore felice nell’angolo destro. Applausi.

Inter scossa, di colpo si ha la sensazione di un confronto tecnicamente impari. La Roma ha troppe risorse in più, e ora crescono anche Pjanic e Strootman dopo un avvio timido. Mazzarri non ha attaccanti d’area e ne strapaga il conto, a parte una fiammata a cavallo del 25’: destro spaventoso di Guarin dal limite e palo quasi sradicato, poco dopo colpo di testa di Alvarez che De Sanctis inchioda sulla linea. L’Inter finisce qui. Poi sconterà distrazioni e centimetri fatali, come sul 2-0 al 40’: contropiede fulmineo dopo palla persa di Juan, Gervinho dalla bandierina salta Cambiasso poi viene falciato da Pereira un attimo prima dell’area: fallo netto ma il rigore non c’è, però il giudice di linea Guida lo assegna e Totti trasforma con un ciclone di destro. Ancora lui, al 44’, apre il contropiede da corner interista con un tocco sublime per Strootman, 50 metri di campo contro nessuno e tocco per Florenzi, destro in corsa e mammamia che Roma, 3-0.

La ripresa è pura impotenza nerazzurra. Mazzarri butta attaccanti in area come esche nel mare in burrasca un pescatore disperato, e infatti non raccoglie niente, anzi ci vogliono due miracoli di Handanovic su Florenzi (3’) e Gervinho (28’) per salvare la faccia, ma neanche poi tanto. Tutto si era già compiuto.