Dalle pagine della Repubblica viene descritto il clima molto brutto che ha preceduto la partita di Coppa Italia tra Inter e Verona: «Non è nebbia quella che abbraccia San Siro all’inizio di Inter-Verona, ma il fumo dei lacrimogeni sparati fuori dallo stadio contro gli ultrà veronesi, e quello dei candelotti accesi allegramente dagli stessi ultrà dentro l’impianto, e dei loro petardoni. Lor signori sono ben 8000, cioè i tre quarti del pubblico complessivo, e festeggiano così il loro ritorno a Milano dopo 11 anni: de gustibus, ma speriamo che arrivi anche qualche bella punizione, per niente fumosa e molto nitida. Quanto agli scontri, i primi si verificano alle 20 nei pressi di piazzale Lotto (a un chilometro dallo stadio), creando una situazionepericolosissima per le persone che transitano di lì. Traffico bloccato e automobili al centro di un lancio di oggetti (tra cui sassi e pezzi di ghiaccio), mentre la polizia risponde con lacrimogeni e razzi. Sono state danneggiate alcune auto, mentreil primo bilancio è di 4 fermati e alcuni feriti lievi. Altri lacrimogeni vengono sparati più tardi davanti allo stadio, infine il vento spinge fin dentro il campo l’odore acre dei candelotti e l’arbitro è costretto a sospendere la gara al 16’, per tre minuti, dato che molti giocatori non riescono a proseguire. Tutto questo furore ultrà sarebbe dovuto a un antico gemellaggio interrotto dieci anni fa: il problema è che alle persone normali dei gemellaggi e delle loro interruzioni non frega proprio niente, solo che finiscono sempre col pagarne le conseguenze (chi rimborserà le auto danneggiate? nessuno) e anche per questo gli stadi si svuotano».
ultimora
Repubblica: «Speriamo che i veronesi siano puniti. Chi ci rimette è sempre…»
Dalle pagine della Repubblica viene descritto il clima molto brutto che ha preceduto la partita di Coppa Italia tra Inter e Verona: «Non è nebbia quella che abbraccia San Siro all’inizio di Inter-Verona, ma il fumo dei lacrimogeni sparati...
© RIPRODUZIONE RISERVATA