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Sabatini: “Dov’è finito Zhang? Non parla, non si vede. Tiri giù la mascherina. E l’Inter sembra…”

La dura critica di Sandro Sabatini, su Tuttosport, nei confronti del presidente Zhang

Matteo Pifferi

Lungo editoriale di Sandro Sabatini sulle colonne di Tuttosport in merito al presidente dell'Inter Zhang. Ecco il pensiero del giornalista:

"Da due mesi neanche un tweet o un post su Facebook. Nemmeno una storia su Instagram, dopo che l’ultima aveva fatto il botto, e non solo di visualizzazioni. Dai social nessuna traccia. E la domanda resta in sospeso: dov’è finito Steven Zhang? Geo-localizzarlo interessa relativamente: se non è a Milano, sarà a Nanchino, Cina, casa sua. Un po’ esagerato come distanziamento sociale, ma niente di male. Anzi. In tempi di “lockdown”, per connettersi basta una “zoomata”. Per decidere si va di “call conference”. E questa terminologia “americans” certo non coglie di sorpresa il mondo Inter, storica abbreviazione di Internazionale.  Zhang non si fa vedere. Non parla. Non scrive. Così facendo, non rilascia un aggiornamento su quelle parole digitate il 2 marzo scorso, quando attraverso Instagram accusava Dal Pino con pensieri, parole e faccine. Il presidente della Lega calcio aveva tentato di rinviare Juventus-Inter per evitare le porte chiuse, il presidente nerazzurro gli aveva scagliato un pensiero durissimo: «Vergognati, non si gioca con la salute della gente». Più qualche parola non proprio elegante: «Sei il peggior clown». E una faccina che si fa prima a ricordarla piuttosto che a raccontarla: quella del vomito".

ERRORE LEGA - "Chiariamo: la Lega aveva sbagliato l’acrobazia di posizionare Juve-Inter al lunedì, sperando in un’irreale riapertura al pubblico dello Stadium. Ed era comprensibile che l’allarme pandemico venisse lanciato da un giovane in drammatico contatto con i pericoli suggeriti dalla realtà cinese. Sulla sostanza si poteva, anzi si doveva essere d’accordo. Sulla forma, no. Sulla maleducazione, nemmeno. Assolutamente. La narrazione del dopo – purtroppo - è cronaca di due mesi in continuo trasferimento sui libri di storia. Ma oggi che ripartono gli allenamenti? Adesso che si intravede il campionato? Ora che sarebbe “socialmente” utile qualsiasi segnale, perché non c’è traccia del presidente Zhang? Quando la saggezza popolare si esprimeva grazie ai proverbi, si diceva che le domande sono come le ciliegie: una tira l’altra. Ecco allora altri quesiti, disseminati lungo giornate chiuse come un vero e proprio “lockdown” ma comunque aperte a spifferi più o meno insidiosi e maliziosi. L’Inter è d’accordo sulla ripresa dell’attività? E’ stato raggiunto l’accordo sulla riduzione degli stipendi dei tesserati? Lukaku ha rettificato pubblicamente quella sua strampalata ricostruzione dei «23 giocatori con l’influenza, a gennaio»?".

RICORDI - "Come se la squadra giocasse una sorta di campionato “e-sports”, parallelo e virtuale, ai tifosi interisti sono state propinate interminabili peripezie su Lautaro che un giorno resta, un altro va e un altro ancora chissà. Nemmeno è passato di moda Eriksen che non si è perfettamente integrato negli schemi di Conte, tanto da sembrare tatticamente a disagio perfino a casa in rigoroso isolamento. Qualche live su Instagram di Ventola e Vieri, più Materazzi e Adani, ha consentito di rammentare gli ultimi vent’anni almeno. E a proposito di ricordi, finora il decennale del Tripleteè stato affidato solo al racconto di Moratti, più qualche video diffuso via social. Ecco perché mancano Marotta e Conte, forse. Ma sicuramente manca il presidente. D’accordo: l’Inter funziona anche senza dichiarazioni pubbliche, la società non ha bisogno di esporsi a tutti i costi, i giocatori possono stare tranquilli almeno quando non si gioca. Ma Zhang, no. Non può consegnare alla sua storia personale un attacco così duro quando la serie A tentava di non chiudere, e sparire oggi che la serie A tenta di riaprire. E’ il momento di tirar giù la mascherina: da due mesi c’è una storia (non solo Instagram) da completare, correggere o cancellare. Ma non silenziare".

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