Mario Sconcerti, dalle pagine del Corriere accosta Mazzarri e Conte, tornati al lavoro con Inter e Juventus: «Mazzarri e Conte hanno il senso cattolico del lavoro, un’espiazione necessaria per ottenere il premio della Provvidenza. Questo li rende felici, diffidenti e furbi. Nessuno è più felice di Mazzarri in questo momento. È all’Inter, ha cioè sconfitto le origini e meritato una grande società con i risultati. Conte è più meridionale, più sinuoso, un frammento di astuzia contadina più l’idea bizantina che dietro ogni vantaggio c’è un angolo da cui difendersi. È questo senso forte della vita che li rende diffidenti. Una piccola criticità permanente che rende alla fine più vistosi i successi. Credo sia qualcosa in fondo di molto italiano, un miscuglio di culture cittadine che fin dai comuni hanno insegnato l’arte di vivere da soli, senza Imperi alle spalle. Conte sta infinitamente meglio di Mazzarri oggi, ma fa fatica ad ammetterlo. Mazzarri vorrebbe si gridassero i limiti dell’Inter, ma non può farlo. È il buon senso a dire che tra Tevez e Belfodil c’è qualcosa di diverso. Mazzarri dirà molte volte nei prossimi mesi che è partito con una squadra arrivata nona. Sono due bravissimi press agent di se stessi che cercano di prendere un po’ di tempo tra il dire e il fare».
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Sconcerti: «Mazzarri vorrebbe gridare i limiti dell’Inter ma…»
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