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Severgnini: “Conte? Irrilevante il passato alla Juve: è dal 2010 che all’Inter aspettiamo…”

Il ritratto del nuovo allenatore dell'Inter ad opera del giornalista del Corriere della Sera

Redazione1908

"Beppe Severgnini lo definisce un interprete di talento, Antonio Conte. "Un bravo allenatore che ora deve dimostrare d’essere un grande allenatore. L’occasione è irripetibile, la trama, perfetta: l’eroe deve portare sul trono la beneamata (di Milano), spodestando la vecchia signora potente (di Torino), che un tempo era la sua padrona. Se Shakespeare avesse giocato a calcio, avrebbe scritto qualcosa del genere. Ma l’Inter, si sa, è un’espressione artistica (la Juventus è un processo industriale, il Milan una nostalgia popolare, il Napoli una forma religiosa). La panchina nerazzurra consente virtuosismi e provoca cadute: quanti ne abbiamo visti, di questi e di quelle. Là sopra è passato di tutto, come in un teatro".

"Il giornalista del Corriere della Sera, grande tifoso nerazzurro, prova ad immaginare l'impatto che avrà Conte sul suo nuovo palcoscenico: "Antonio Conte — Tony sarebbe più adatto al set e al palcoscenico — è un nome di richiamo: il pubblico, non solo quello interista, ha già acquistato i biglietti mentali, prima di procurarsi quelli dello stadio. Che sia passato dalla Juventus, e l’abbia aiutata a vincere, è irrilevante: vale anche per Jo Marotta, che lo ha voluto a Milano. Steven Zhang, che è un giovanotto intelligente, lo sa benissimo. Allenatori come Arsène Wenger e Alex Ferguson — una vita all’Arsenal e al Manchester United, rispettivamente — sono eccezioni: tutti gli altri vanno dove li porta il cuore, che nei professionisti non è mai troppo distante dal portafoglio. L’importante è che s’impegnino, portino risultati e interpretino bene la parte. Che siano buoni attori, in sostanza. E queste qualità, a Tony Conte, non mancano".

"Conte in stile british? Secondo Severgnini non è un'opzione: "Fatico a immaginare Conte flemmatico e britannico, al di fuori delle occasioni ufficiali. In fondo, il suo addio al Chelsea è stato pirotecnico, come alcune relazioni nel biennio londinese (David Luiz e Diego Costa, che Conte in conferenza-stampa liquidò con una risata fino alle lacrime). Vedrete: sul palcoscenico nerazzurro non andrà in scena una commedia sonnolenta, ma uno spettacolo avvincente. Noi aspettiamo Godot. Dal 2010, ormai".

"(Corriere della Sera)

 

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