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Severgnini: “Inter-Milan, derby magnifico e imperfetto. So già chi la spunta”

Inter Milan Pioli Inzaghi
Sarà Inter-Milan in semifinale di Champions League: così Beppe Severgnini ha presentato il derby sul Corriere della Sera

Beppe Severgnini, noto giornalista, dice la sua verso il derby di Champions League tra Inter e Milan. “Il chiaroscuro”, scrive sul Corriere della Sera, a simboleggiare la stra cittadina tra le due milanesi che si giocherà a San Siro.

Due quarti di finale imperfetti, due squadre imperfette, due rose imperfette, due società imperfette, due campionati imperfetti: ed eccole lì insieme in semifinale, Inter e Milan, simbolo di una città magnifica e imperfetta. Anzi, magnifica perché imperfetta. Lo splendore classico, senza ombre, a Milano non interessa. Da queste parti preferiamo il chiaroscuro. Ritrovare, tra le prime quattro d’Europa, due squadre che giocano nello stesso stadio — San Siro, guai a chi lo butta giù! — è un evento raro.

Severgnini: “Inter-Milan, derby magnifico e imperfetto. So già chi la spunta”- immagine 2

Ma non imprevedibile: Milano è l’unica città europea ad aver vinto la Champions League con due squadre diverse (dieci vittorie totali, sette dei rossoneri). Eppure Inter e Milan, in questa stagione, non sono arrivate alla semifinale in modo lineare. Hanno sofferto nella fase a gironi. Hanno faticato negli ottavi, contro Porto e Tottenham, con due vittorie striminzite in casa e due zero a zero in trasferta. È accaduto anche nei quarti. Il Milan, con il Napoli, ha rischiato di più dell’Inter col Benfica, com’era prevedibile. Ma pensateci: ambedue le squadre, a qualificazione ottenuta, sono state raggiunte all’ultimo istante (1-1 il Milan, 3-3 l’Inter). Come dire: anche la gioia dev’essere imperfetta, siamo a Milano o no?

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Le due squadre sono irrituali, a dir poco. Lo dimostra l’andamento altalenante (snervante?) in campionato. Era accaduto l’anno scorso, quando l’Inter — maestra di masochismo, quando vuole — a Bologna ha consegnato lo scudetto ai Milan, che l’ha graziosamente accettato. Quest’anno, ancora di più. In una stagione pesante — Coppa del mondo invernale in Qatar — le due squadre hanno mostrato i propri limiti. Oggi galleggiano, appaiate, in un limbo che non garantisce l’accesso alla prossima Champions League, di cui oggi rappresentano l’élite. Se non è imperfezione questa.

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Le due società sono imperfette. Se ci fosse una Champions delle Complicazioni Finanziarie — proprietà straniere, capitali mobili, prestiti impegnativi, offerte, dirigenti taciturni — FC Internazionale e AC Milan brillerebbero pure lì. Eppure, con mezzi limitati — dove sono i dané? direbbe Marotta — hanno costruito squadre di vertice. Sbagliando, anche. Il Milan ha i suoi oggetti misteriosi (De Ketelaere, Bakayoko, Origi), l’Inter non è da meno: Lukaku non è quello di prima, Asllani e Bellanova — talentuosi e giovani — non giocano quasi mai. Entrambe le squadre hanno allenatori ansiosi. Ulisse dubbiosi, non Achille scintillanti come Guardiola o Ancelotti.

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[…] E sapete perché qui non fa freddo? Ci pensavo l’altra sera a San Siro, aspettando la qualificazione e la pioggia. Non fa freddo perché la passione — la passione di fare — scalda. Perché i tifosi delle due squadre non si odiano in bianco e nero, ma sognano insieme a colori (ognuno con i suoi, è chiaro). Perché il calcio non rappresenta un riscatto, ma una conferma: siamo forti, perfettamente imperfetti, e Milano sarà in finale a Istanbul. Chi la spunta? Lo so, ma non ve lo dico”, si legge.

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