Torti arbitrali e infortuni, il tutto unito però a una debolezza congenita della squadra, questo il pensiero de La Stampa di stamane: «Stramaccioni conta i rigori che mancano e i posti occupati in infermeria: il tecnico dovrà fare magie per mandare in campo 11 interpreti nella semifinale di ritorno con la Roma per il secondo trofeo nazionale in agenda fra 48 ore. Ma al di là dei numeri sfortunati, c’è un gruppo che al primo contraccolpo si scioglie.Come mai l’Inter è sparita dal terreno di gioco dopo il rigore di Pinilla? Sul verdetto ancora in equilibrio, erano stati i nerazzurri a dare la sensazione di cercare con maggior convinzione il bottino pieno: palo di Cambiasso, saette di Rocchi e Alvarez. Poi, il buio e il raddoppio del Cagliari. L’Inter si è poco alla volta ristretta una volta subìto il primo affondo e, sebbene l’emergenza sia tutta racchiusa nell’immagine di Samuel attaccante in coppia con Rocchi, una squadra di tanto nome non può permettersi di spegnere la luce senza reagire con ordine e certezze. Stramaccioni ha tutto il diritto di ricordare anche le amnesie arbitrali. Sarebbe meglio farlo a 360 gradi e, soprattutto, senza scomodare i cattivi pensieri: l’allenatore dell’Inter non si è messo in scia alla ribellione del suo presidente, ma ha fatto poco per segnare il confine fra ciò che fa parte della categoria degli errori e qualcosa di più. L’Inter, oggi, è settima in campionato: non può essere soltanto per colpa della sfortuna negli episodi o negli infortuni di gioco».
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Stampa: «Torti e infortuni. Vero, ma Strama deve anche ammettere…»
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