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Inter, Tardelli: “Barella perda il vizio di sbracciare. Lukaku? Bisogna aspettarlo”

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Le parole dell'ex calciatore: "Da ex calciatore mi sento di dire che queste cose devono iniziare e finire in cinque secondi"

Marco Astori

Intervenuto ai microfoni del Corriere dello Sport, Marco Tardelli, ex calciatore, ha parlato così della lite tra Romelu Lukaku e Nicolò Barella durante Sampdoria-Inter: «Penso che possa capitare quando le cose non vanno benissimo o non vanno come vorresti. Sono situazioni che succedono durante una partita, ma l’importante è che finisca tutto sul campo perché il bene della squadra viene prima di ogni cosa».

L’insofferenza di Barella non è certo una novità in questa stagione. In quale chiave si potrebbe spiegare?

«Senza dubbio Nicolò è uno dei migliori giocatori dell’Inter e della Nazionale, sono uno dei suoi estimatori più grandi, ma sono anche dell’idea che debba perdere questo vizio. Quando sta meglio a livello fisico o a livello di testa probabilmente non si comporta così perché tutto gira per il verso giusto».

La reazione di Lukaku verso il compagno di squadra non è stata di certo tenera. Cosa c’è dietro?

«Chiaramente il belga non sta attraversando un momento felice, se vogliamo è anche normale che abbia queste reazioni in un contesto difficile come quello che sta vivendo. Bisogna capirle, conoscerne i motivi e superare le difficoltà tutti assieme a livello di gruppo».

A inizio stagione Barella nel giro di soli due mesi era riuscito ad andare a segno addirittura sei volte tra campionato e Champions.

«Per me lui ha sempre dato il cento per cento ed è uno che parte per dare il meglio in ogni partita. Forse quando si sente affaticato può fare qualche errore, ma da ex calciatore mi sento di dire che queste cose devono iniziare e finire in cinque secondi per non avere ripercussioni ulteriori. Nicolò ha già dimostrato di essere un giocatore determinante».

Adesso arriva anche la Champions, ma questa Inter quanto può aspettare Lukaku?

«Anzitutto l’attaccante deve riprendersi fisicamente, deve ritrovare il ritmo partita, perché certi guai fisici per uno della sua stazza sono tutt’altro che semplici da superare. Bisogna aspettarlo. Resto convinto che appena si riprenderà, tornerà a essere il Lukaku di sempre».

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Quanto gli manca ancora per arrivare al livello dei centravanti top, come Benzema o Lewandowski?

«Nella precedente esperienza all’Inter l’abbiamo descritto come uno fenomeno ed è andato a segno con una media stratosferica. Adesso solo perché ha accusato dei problemi fisici non bisogna cadere nell’errore di non considerarlo tale. Ripeto, in queste situazioni bisogna aver pazienza, perché le cose possono cambiare in fretta».

In questi casi quanto è delicato il ruolo di Simone Inzaghi nel rimettere assieme i pezzi?

«Un allenatore deve farlo sempre, se succede qualcosa a livello di gruppo è il primo che cerca di rimettere a posto le cose. Questa è la normalità in ogni squadra, io penso che sia Inzaghi sia la società lo sappiano fare in virtù dei rispettivi ruoli che ricoprono».

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A proposito di Barella e di fascia di capitano che nell’Inter continua a girare: un giorno potrà finire stabilmente sul suo braccio?

«Sono scelte che lascio all’allenatore, senza entrare nel merito. Però vorrei ricordare che Barella riveste già un ruolo di leadership in mezzo al campo. È uno capace anche in tal senso, ha dimostrato di saper farsi sentire e di poter essere all’altezza della situazione. Così com’è fondamentale a livello di gioco per il centrocampo della Nazionale e dell’Inter».

Per i nerazzurri nel 2023 ben sette punti lasciati per strada tra Monza, Empoli e Sampdoria. Come si curano questi passaggi a vuoto?

«Anche se può sembrare scontato, si esce da queste situazioni e si trova continuità solo vincendo. Questa è la ricetta migliore. Per riuscirci però bisogna essere lucidi a livello mentale e fisicamente a posto perché la somma di queste componenti ti mette sulla strada giusta per i tre punti».

Tutte le speranze del reparto d’attacco però non possono poggiare solo su Lautaro.

«Su questo non ci sono dubbi. Soprattutto con un calendario così folto, per reggere il carico servono alternative efficaci in zona gol».

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